Ott 9, 2010 | Notizie | 0 commenti

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COME SI CONIUGANO TEMPO LIBERO E DIFESA DEI CONSUMATORI?

consumatoreCivicrazia, nell’ambito del progetto Napoli Innanzitutto, con cui intende ridare ai cittadini napoletani la libertà di scegliere liberamente il candidato sindaco e formulare concrete proposte per il risanamento della città, ha aperto uno spazio di confronto aperto con le associazioni operanti a Napoli.

Questa settimana abbiamo intervistato Gianfranco Bellissimo, presidente dell’associazione “Tempo Libero e Difesa del Consumatore”.

Presidente, come mai la scelta di fondere nel nome dell’associazione tempo libero e difesa del consumatore?

Perché l’aspetto ludico e quello impegnato sono due dimensioni altrettanto importanti: ognuno, oggi, vorrebbe poter avere più tempo libero o sfruttare al meglio il poco che si ha, e allo stesso tempo, come cittadini e consumatori, c’è bisogno di unire le forze per portare avanti i nostri interessi.

Quali sono le attività in cui è impegnata l’associazione?

Oltre ad organizzare momenti di ritrovo, feste, serate (una di recente con il cantante Peppino Gagliardi) e attraverso il CRAL, cerchiamo di offrire ai nostri iscritti la massima assistenza fiscale, attraverso lo sportello CAF. Inolte, per permettere ai nostri soci di fare acquisti risparmiando, stipuliamo convenzioni in vari settori merceologici e di servizio.
Lo spirito che muove le nostre azioni, insomma, è sempre lo stesso: ridare importanza al cittadino, che oggi, troppo spesso è messo da parte. Dobbiamo unirci per fare forza e vincere le nostre battaglie.

Sono molte le battaglie che i cittadini devono affrontare?

Moltissime. Oggi ogni cosa richiede una battaglia. E’ paradossale: anche per avere ciò che dovrebbe esser nostro per diritto, dobbiamo lottare per vedercelo riconosciuto! Mi riferisco al non poter attraversare la strada perché l’immondizia non viene raccolta, ad ottenere una risposta dalla pubblica amministrazione…

E’ dura non arrendersi davanti a simili ostacoli.

In parte. D’altro canto è fondamentale non mollare. Dobbiamo recuperare il nostro senso civico.
Guardandomi in giro vedo molte scene desolanti in tal senso: dall’incapacità di alcune persone a fare una fila, al modo in cui si guida lo scooter. Vede, commettere un’infrazione alle norme stradali? L’avranno fatto tutti. Ignorare le regole finisce per diventare la norma.
Per cambiare il corso delle cose non serve ergersi a paladini dell’universo. Si inizia con le piccole cose, magari con un comitato di quartiere, persino di palazzo.
Risolto quel piccolo problema (l’istallazione di un cassonetto, la rimozione di quell’immondizia giacente da tempo), si può pensare di portare avanti una nuova battaglia con la credibilità guadagnata sul campo. Così si conquista la fiducia della gente. 

Cominciare dalle piccole battaglie, dunque. E poi?

E poi nasce un’associazione. Il passo successivo è l’apertura di forme di collaborazione tra più realtà, onlus, associazioni. Trovare associazioni partner è la mossa giusta, perché uniti si vince. Per non essere tanti Don Chisciotte si può portare avanti un tema tutti insieme, ognuno nel proprio specifico ambito di competenza, assicurandosi che la battaglia vinta lo sia davvero, non solo al momento come affermazione di principio.

Che importanza ha, ad ogni modo, l’affermazione del principio?

Certamente ha importanza, ma il principio non basta. Occorre l’esempio, il portare avanti concretamente quella data affermazione. E’ l’esempio che conta.
Le faccio alcuni esempi: il sindaco che non paga il bollino blu, il vigile che fuori dal turno evade il blocco del traffico… che esempio danno?
I napoletani, tutta l’Italia guarda Striscia la notizia o Le Iene. Che idea si fa?
Diciamocelo: il problema a Napoli non sono nemmeno i politici… è che ognuno dovrebbe collaborare. Dobbiamo tutti “cambiare testa”.
Siamo noi napoletani a doverci attivare, a poter cambiare le cose. Abbiamo tutti, ognuno di noi, la responsabilità di dare l’esempio.

Cosa intende per dare l’esempio?

Usare i mezzi pubblici, fare la raccolta differenziata, rispettare il divieto di sosta. Noi cittadini, ovviamente, ma anche i nostri amministratori.
Non si può dire ai napoletani di prendere l’autobus e rispettare le code, il rosso al semaforo, quando invece le auto blu sfrecciano ovunque, ignorando ogni regola.
E’ ovvio che non hai credibilità. Il sindaco, i funzionari pubblici, debbono mischiarsi tra la gente, per vedere Napoli con gli occhi del cittadino medio.
Basta con i piedistalli: solo collaborando, si può mettere davvero Napoli innanzitutto. 

 

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