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EMERGENZA… FAMIGLIA!

famiglia1E’ la famiglia il paradosso italiano. O almeno è quanto ritiene il primo vicedirettore donna del Corriere della Sera, la giornalista Barbara Stefanelli, che in prima pagina del quotidiano il 6 novembre scorso firma una riflessione dal titolo emblematico: “La vera emergenza”.

Condividiamo con Voi alcuni stralci dell’interessante articolo:

C’ è un paradosso tutto italiano. Parliamo tanto di famiglia – nel bene e, sempre più spesso, nel male – ma pochissimo di famiglie: di come aiutarle ad attraversare una fase che incrocia crisi economica e disagio sociale. La famiglia è un ottimo slogan, crea sempre consenso in un Paese di cui sinora ha costituito il più importante ammortizzatore sociale e una fonte mai esaurita di identità. Non può essere un caso se molti tra i migliori film italiani degli ultimi anni hanno al centro la famiglia, ne raccontano il valore e le trasformazioni: pensate solo a Happy Family di Salvatores, Le mine vaganti di Ozpetek, La prima cosa bella di Virzì, Genitori e figli di Veronesi. E, accanto al cinema, scrittori giovani come Paolo Giordano con i suoi numeri primi e Alessandro Piperno con le sue persecuzioni. In sintesi: la famiglia è una formidabile trincea naturale contro il declino. Eppure è la grande assente nel dibattito pubblico e politico, tende a svaporare quando si passa agli atti concreti. I contenuti dell’ agenda del governo sono poco riconoscibili, il confronto fiacco, le risorse scarse: in Italia la spesa pubblica complessiva per trasferimenti alla famiglia è pari all’ 1,36 per cento del Prodotto interno lordo (dati Ocse 2009), una delle ultimissime posizioni nell’ Europa a 27 dove la media supera il 2 per cento”.

Se al cinema la famiglia conquista gli spettatori, nella vita vera sulla famiglia si è premuto il tasto PAUSA: la precarietà rimanda le convivenze, frena l’emancipazione dei maggiorenni e rende una sfida l’assistenza agli anziani non autosufficienti o il fare figli.

Allargare la famiglia singnifica esporsi al rischio povertà (la percentuale di povertà relativa delle famiglie aumenta dal 10,8 al 12,1% con il primo figlio; arriva al 26,1 se i figli sono tre). Così, mentre la parola FAMIGLIA è sempre più SLOGAN, “fare figli” (ovvero “fare famiglia”) è un rischio. Eccolo, il paradosso, nero su bianco.

La Chiesa conferma lo stato di spaesamento delle famiglie (sugli atti della Conferenza dei vescovi per il 2010-2020) e parla di uno sforzo che grava soprattutto sulle donne. Nonne, figlie, mogli e madri che devono farsi carico di un’assistenza spesso assente da parte dello Stato, di servizi “pubblici” dai costi privati o comunque negati – vedasi la questione nido, ma anche all’asilo le cose non è che vadano poi tanto meglio -.

Mentre si è conclusa da poco la Conferenza nazionale della famiglia organizzata dal governo, e poi senza il capo del governo (!), qual è il messaggio che lo Stato Italiano manda alle famiglie oggi?

Con un premier che le indiscrezioni danno per sgradito all’incontro dal presidente del Forum delle associazioni in quanto elemento distraente dal dibattito – vuoi perché alle prese con la questione della “rovinafamiglie Ruby Rubacuori”, o vuoi per il fatto di avere alle spalle una separazione di un certo clamore -, il dibattito sulla famiglia auspicato otterrà comunque l’effetto auispicato: destinare maggiore attenzione e contenuti a favore delle famiglie italiane?

Da civicratici non possiamo che auspicarcelo.

Il sostegno alle famiglie, il lavoro, la precarietà e una fiscalità più giusta non possono più restare temi marginali del discorso politico, da tirar fuori all’esigenza come meri slogan da sventolare in prossimità delle elezioni.

Questo Paese ha bisogno di riforme strutturali condivise, che abbiano per oggetto i veri problemi degli italiani.

 

L’articolo sul Corrirere della Sera

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