Lug 17, 2013 | Notizie | 0 commenti

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L’ ITALIA NON E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO

diritti cittadinoAumenta il tasso di disoccupazione. Civicrazia e le nuove sfide del lavoro.

 

Sempre meno, nel nostro Paese, Il lavoro costituisce un diritto; appare invece come un “colpo di forte.

Senza un’ occupazione sicura e stabile la possibilità di crescita individuale e familiare diventa un miraggio; una società precaria è una società immobile,  cristallizzata  in differenze di ceto, di classe, di casta e fondata sulla fortuna, sul caso e sui privilegi.

Se moltissimi  giovani di oggi potessero riscriverlo, l’art. 1 della nostra Costituzione suonerebbe così:

 “l’Italia è una repubblica (formalmente) democratica fondata sulla benevolenza dei datori di lavoro; la sovranità appartiene al popolo solo il giorno delle elezioni.”.

                Predominano ovunque rassegnazione, rabbia e, a volte, disperazione. Scarsissima è la fiducia nella politica e nelle forze imprenditoriali e sindacali.

                Se il nuovo “Decreto Lavoro 2013”, atteso da tutti, giovani in particolare, non  introdurrà cambiamenti reali ed incisivi, rischierà di essere, come tanti altri provvedimenti che lo hanno preceduto, “sabbia negli occhi”, con la conseguenza di accecare una parte della popolazione e di farne arrabbiare un’altra.

                E’ stato presentato infatti un progetto che punta a favorire l’occupazione giovanile introducendo nel mondo del lavoro soprattutto persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni, inoccupate, prive di diploma di scuola media e media superiore, che vivono con una o più persone a carico; vi è però il rischio che, a causa della crisi e della scarsa qualificazione professionale di questi lavoratori, le loro possibilità di lavoro rimangano ipotetiche; gli accecati  sarebbero quindi coloro i quali pur rientrando nei parametri stabiliti dal Decreto rimarrebbero privi di occupazione; gli arrabbiati  sarebbero tutti coloro che rimarrebbero fuori da esso, quindi gli over 30: che fine faranno?

                Sarebbero quindi necessari  provvedimenti che favoriscano la creazione di nuovi posti di lavoro, il più possibile a tempo indeterminato, anche per gli over 30,  senza discriminazioni, perché il lavoro è un diritto, il lavoro non ha età.  I provvedimenti legislativi dovrebbero in primo luogo affrontare i nodi della crisi economica, dando un aiuto concreto ad aziende che, in un contesto sfavorevole, non sono interessate  e realmente stimolate ad assumere. Vi sono settori della nostra economia assolutamente sottovalutati, come quello del turismo, che potrebbe invece accogliere una gamma di lavoratori amplissima.

                Come in tanti altri, anche nell’ambito del lavoro, il cittadino, imprenditore o lavoratore  che sia deve diventare il vero protagonista. La cattiva politica deve cessare di interferire nella vita economica, influenzandola e condizionandola per finalità elettorali e di potere.

                 Il meccanismo di domanda ed offerta e le politiche del lavoro debbono basarsi su quei principi di merito, solidarietà, trasparenza, correttezza ed equilibrio fra diritti e doveri che Civicrazia afferma, sostiene e testimonia costantemente.

                La nostra battaglia è quindi tutt’altro che astratta; è anzi legata strettamente anche alla vita sociale ed economica del nostro Paese e può contribuire concretamente a renderla più giusta e più civile.

                Civicrazia, accogliendo anche la sfida lanciata dalla crisi economica, può dare un contributo essenziale affinché l’Italia diventi davvero una “Repubblica fondata sul lavoro.”.

                                                                                                              

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