Set 10, 2016 | Notizie | 0 commenti

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RIDURRE LA SPESA PUBBLICA O NO?

Ridurre la spesa pubblica o no?


Per chi crede a questa favola, quella di ridurre la spesa pubblica è la parola d’ordine per uscire dalla crisi.

Secondo la Costituzione, il Popolo che è sovrano, ha il potere di delegare ai propri rappresentanti (i politici) la gestione della cosa pubblica.

Fatto sta che oggi tra una legge elettorale e l’altra i politici hanno fatto in modo di farsi dare dal Popolo ogni delega. Oggi, forse non tutti, ma in gran parte di certo, i Politici non sono più rappresentanti del Popolo ma dipendenti di chi li ha messi in lista per salvaguardare i propri interessi.

In questo modo la gestione della cosa pubblica viene fatta nell’interesse della Commissione Europea, un organismo non eletto ma a sua volta nominato, che a sua volta non ha nulla a che fare con gli interessi del Popolo.

La Commissione Europea fa gli interessi della BCE una società privata che emette moneta e presta denaro alle banche, che sono gli azionisti della BCE e che a loro volta lo prestano agli stati.

Gli stati ricevono il denaro in prestito per far funzionare i servizi forniti ai cittadini: e su questo denaro devono pagare un interesse alle banche che è molto più sostanzioso di quello che le banche pagano alla BCE e così non solo sale il debito ma ancor di più salgono gli interessi sul debito. E’ interessante sapere che, uno dei maggiori azionisti della BCE, con oltre il 13% delle azioni è la Banca d’Inghilterra, la Banca Centrale del paese che non ha mai rinunciato alla sua preziosa sterlina.

Si è così instaurata una nuova forma di schiavismo per la quale il sovrano da onorare con il pagamento delle tasse non è più il Re o l’Imperatore ma la BCE con i suoi Azionisti che, per chi ancora non lo avesse capito, sono le stesse Banche Private che poi prestano agli Stati il denaro emesso dalla BCE.

La via d’uscita che propone la Commissione Europea è quella di ridurre i servizi pubblici e aumentare le tasse. Cosa che è già stata fatta in Grecia e che, in forme più mascherate si continua a fare anche in Italia.

 

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