Mar 1, 2017 | Notizie | 0 commenti

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E TU QUANTOGUADAGNI?

E tu quanto guadagni?

Era un vecchio adagio polemico di un noto politico italiano.

Secondo l’Istat nel 2015 si è guadagnato poco, o almeno a stare alle dichiarazioni dei contribuenti.

Circa il 45% degli italiani ha dichiarato redditi fino ad € 15.000, il 49% dei contribuenti fino  a 50.000 mentre solo il 5,2% ha dichiarato più di 50.000 euro l’anno. Solo lo 0,1% dei contribuenti ha dichiarato redditi per più di € 300.000.

Secondo qualcuno questo dato fotografa una realtà: o in Italia siamo tutti poveri oppure qualcuno si spaccia da povero per vivere da ricco a spese dei concittadini contribuenti.

Ed ecco allora che chi già paga le tasse dovrà pagare sempre di più perché o si riducono i servizi forniti dallo Stato oppure il loro costo sarà ripartito .. con chi già paga.

E’ di poco tempo fa la notizia che una neolaureata in medicina, per evitare di pagare le tasse universitarie, aveva dichiarato un reddito familiare pari a zero: da una indagine fiscale eseguita dalle fiamme gialle è risultato che la giovane era figlia di una famiglia ricca. Dunque, malcostume a parte, sembrerebbe che molti italiani tentino di evadere il fisco (si parla di evasione di molti miliardi di euro): è ingegno di quegli italiani o è solo colpa dello Stato che non sa smascherare determinate situazioni con prontezza.

La risposta è complicata ma certo è che in nessuno dei paesi europei (fatte rarissime eccezioni) accade ciò.

Occorre rivolgersi ai controllori per spronarli e insistere a svolgere con passione il lavoro di ispezione reddituale di coloro che pur guadagnando molto denaro, preferiscono evadere i doveri di contribuire al benessere dello Stato. La nostra Costituzione prevede l’obbligo di contribuzione dei cittadini secondo il principio di progressività (chi ha di più deve dare di più), ma senza dei veri controlli che vadano ad incidere sulle vere enormi evasioni fiscali (iniziando da quelle posizioni e poi a caduta) di certo l’Italia avrà dei seri limiti nella crescita in quanto il debito non potrà ridursi con forza. Uno Stato debole e indebitato non investe sufficientemente, fa meno ricerca, non cresce e la sua popolazione verrà lasciata alla buona intenzione del privato (non sufficiente) o a investitori esteri che per investire chiederanno allo Stato delle contropartite inversamente proporzionali alla forza delle Stato medesimo.

Certo che molto spesso a vedere come lo Stato spende il denaro dei cittadini, per gioco verrebbero da fare dei ragionamenti, ma questa è un’altra storia.

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