Città sempre più invivibili e spazi negati. Così potrebbe sintetizzarsi quello che è toccato in sorte al Parco Mascagna nel quartiere Vomero di Napoli,chiuso dal 3 agosto scorso a causa della caduta di un ramo. Un’ulteriore area verde preclusa alla cittadinanza. Che si debbano effettuare tutte le verifiche possibili per garantire la pubblica incolumità, è indiscutibile. Tuttavia, il problema sono gli adempimenti,le attese lunghe, la mancanza di una comunicazione veritiera, efficace e trasparente alla collettività, al punto da indignare – e meno male – i cittadini che sono scesi in piazza per ottenere in tempi brevi la riapertura e la fruibilità dell’area verde. Le verifiche da farsi, in questo caso riguarderebbero le condizioni di oltre cento alberi. Misura, che la Protezione civile avrebbe disposto per gli opportuni monitoraggi e la conseguente messa in sicurezza delle piante.Nulla si rivela sul programma, sulle fasi di controllo, sui tempi, sui soggetti cui spetta decidere. Si chiude e basta. Si nega e basta. Situazioni come questa fanno interrogare su quale sia stato l’esito dei tanti proclami che pure hanno trovato corrispondenza nel dettato normativo e che riducono la distanza tra l’utente e una pubblica amministrazione. Anche realtà associative hanno fatto sentire la loro voce, soprattutto perché i napoletani possano riappropriarsi delle aree verdi della città, contrastando quella iniqua prassi che vede un aumento dei parchi chiusi e di spazi che vengono sottratti alla pubblica fruibilità, con ripercussioni anche sulla salute psicofisica. Commissione trasparenza ed istituzioni locali sono state allertate.
Non si indietreggia una volta spianato il controllo civicratico.
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