Nov 15, 2017 | Notizie | 0 commenti

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MATRIMONI FORZATI E SPOSE BAMBINE

Ogni anno 15 milioni di matrimoni nel mondo hanno per protagonista una sposa bambina. I dati di ONU, SAVE THE CHILDREN e TERRE DES HOMMES, in occasione della Giornata Mondiale in difesa delle ragazze, proclamata dall’ONU l’11 ottobre, sono preoccupanti. “Una volta su tre- cinque milioni di casi – si tratta di una bambina con meno di 15 anni. Hanno dovuto spesso affrontare gravidanze precoci e violenze domestiche”, sottolinea il Presidente dell’Unicef Italia, Giacomo Guerrera. Eppure ” promuovere l’istruzione delle bambine – continua – è l’investimento più potente che una naziona possa fare, perchè accelera la lotta contro la povertà, le malattie, la disuguaglianza e la discriminazione di genere”. Il fenomeno delle spose bambine, che riguarda anche l’Europa e l’Italia si inquadra in quello più ampio dei diritti negati, in quanto i matrimoni in età minorile rappresentano l’inizio di ostacoli, svantaggi, che negano alle ragazze i loro diritti fondamentali, come la salute e l’istruzione. “Le bambine e le ragazze che si sposano troppo presto – afferma Helle Thorning-Schmidt, direttore generale di Save the Children Internazional – sono spesso costrette ad abbandonare la scuola e sono le prime a rischiare di subire violenze domestiche, abusi e stupri. Rischiano, inoltre, di incorrere in gravidanze precoci, con conseguenze molto gravi sulla loro salute e su quella dei loro bambini, e risultano particolarmente esposte al rischio di contrarre malttie sessualmente trasmissibili come l’Hiv”. Alla Schmidt fa eco la senatrice Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo Pd, firmataria della mozione trasversale sul contrasto al fenomeno del matrimonio forzato.”Le spose bambine – sostiene la senatrice – sono bambine cui sono sottratti nell’età più vulnerabile tutti i diritti: il diritto al’infanzia, al gioco, alla spensieratezza, all’istruzione, alla possibilità di scegliere, di amare, di decidere della propria vita e del proprio corpo. Schiave di padri prima, di mariti, ma anche di suocere e cognate poi. Un fenomeno che interessa anche il nostro Paese, dove i dati, pochi e non ufficiali, parlano di 2 mila ragaze, costrette a sposarsi spesso ritornando nei Pesi di origine”.
Molti gli impegni internazionali sottoscritti in questi ultimi anni per arginare il fenomeno. Comunque, la battaglia è soprattutto culturale. Una battaglia civicratica che interpella coscienze, senso delle istituzioni e della politica come servizio all’intera società.

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