Se la tecnologia, nelle sue diverse applicazioni, è uno strumento che agevola e facilita il lavoro, le comunicazioni, l’organizzazione, purtroppo è anche vero che nasconde insidie, disgrega, inganna, è strategia di potere e controllo a discapito di trasparenza e privacy. Il virtuale subdolo entra nelle case e vampirizza, disabituando soprattutto le giovani generazioni a vivere in maniera sana e piena la realtà delle relazioni umane e a smascherare eventuali trappole. Da tempo il web è diventato lo spazio utilizzato anche dalla microcriminalità; il cybercrime impegna le forze dell’ordine; le truffe su internet relativamente all’e-commerce sono in aumento. Tutto questo fa configurare una vera e propria minaccia cyber proveniente dalla rete. I bambini, i giovani restano i più indifesi perchè rischiano di scambiare il vero con il falso, il bene con il male, di non riconoscere l’insidia che si nasconde dietro un falso nome, una faccia dalla fisionomia volutamente alterata. E quello che nasce come gioco finisce per diventare adescamento, violenza e morte. E’ il caso di una quindicenne di Trento, per citare un ultimo caso, adescata e violentata da un pensionato di 67 anni e di un ragazzino finito nel mirino di tre uomini, attraverso un social network.
DIRITTO DI DIFESA E TUTELA DELLE VITTIME DEI REATI “VIOLENTI”
Non è vero che le vittime di reati “ violenti “ hanno sempre diritto al patrocinio a spese dello Stato. COSA PREVEDE LA LEGGE L’art. 76 comma 4 ter del DPR 30 maggio 2002 n. 115 , modificato dalla legge n. 38 del 2009, prevede che le persone offese dei reati...
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