Napoli in stato d’assedio. Infuria la violenza e porta la firma di gruppi di microcriminalità. Quattro minorenni nel gruppo dei sette accusati di avere commesso ben 17 rapine in due mesi nel Napoletano soprattutto a danno di coetanei. Napoli, capitale anche del fenomeno delle baby gang: un triste primato per una città che potrebbe, invece, emergere per attività di altro tipo, culturali, artistiche, turistiche, sociali in senso lato.
Stazioni, ville comunali, il lungomare di Napoli, sono diventatI presidio di piccoli malavitosi, che assalgono in gruppo tenendo in pugno pistole giocattolo e spesso anche al grido di “uccideteli”, come nel caso di una tredicenne facente parte della gang che non si è fermata neanche davanti ad una pattuglia di militari. Scuole devastate e saccheggiate e conseguente rallentamento delle attività didattiche. Nel Salernitano sono stati arrestati nove giovani da poco maggiorenni per devastazione e saccheggio. Bande che picchiano a sangue senza motivo, ammesso che ci sia un motivo che giustifichi qualsiasi tipo di violenza. E la lista potrebbe purtroppo continuare. Quello che pure sconvolge è l’omertà e l’indifferenza della gente che continua a volgere la faccia dall’altra parte, in preda a rassegnazione e ad una falsa idea del quieto vivere che non ripaga, che non educa, che diventa omissione e complicità. Allora è civicratico ridare autorevolezza alla scuola, potenziare la formazione e costruire reti con figure altrettanto autorevoli di educatori e di strutture intorno alle realtà violente di adulti e ragazzi, avviare un percorso di riflessione su un efficace sistema di sanzioni per i minori nella fascia di età compresa tra i 14 e i 18 anni finalizzate al pieno recupero del giovane. Ma che si faccia in fretta perchè nessuno, impunemente, rubi ad un altro la vita.
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