Feb 3, 2018 | Notizie | 0 commenti

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“DONNE, SE FATE FIGLI È UN PROBLEMA VOSTRO ED È GIUSTO CHE VI SOTTOPAGHINO!”

“Basta con gli oboli a chiunque non presti una opera lavorativa autentica”, leggiamo quasi a conclusione dell’articolo di Vittorio Feltri dal titolo “Se una donna vuole guadagnare di più lavori di più”, pubblicato su Libero il 21 gennaio 2018. L’appello di Feltri sembra una considerazione sacrosanta e, pertanto, condivisibile. Quasi scontata. Non sarebbe, del resto, neanche educativo sostenere il contrario.A non convincere, però, nell’articolo in questione sono certe affermazioni usate dal giornalista e il diktat che emerge non solo fra le righe. Feltri affronta il tema della differenza retributiva che persiste nell’intero pianeta tra uomini e donne a svantaggio di queste ultime, soffermandosi però ad esaminare per sommi capi la situazione italiana. Una differenza che Feltri giustifica sulla base della scelta, che ad un certo punto una donna fa, di diventare madre, allontanandosi per ovvi motivi dal luogo di lavoro. “E’ falso sostenere che gli uomini siano privilegiati”, scrive il giornalista. “…succede che le ragazze, a un certo punto della vita, si sposino e mettano al mondo dei figli, pertanto rimangano a casa per maternità. D’altronde le mamme sono loro e non possono delegare i mariti o i compagni a partorire. Cosicchè per un anno o due esse si assentano dall’azienda e automaticamente la loro retribuzione scende ai livelli più bassi”. Del resto, è evidente. Ma Feltri dimentica che succede che anche i maschi ad un certo punto della loro vita si sposino e contribuiscano per leggi naturali ad incrementare la popolazione, diventando a loro volta padri, avendo scelto di procreare e, quindi, assumendosi la responsabilità dei propri figli con tutto quello che comporta. E continuando: “Che si può fare onde rimediare a questo gap? Nulla. Bisognerebbe dotare gli uomini di utero e le donne di pene, cosa assai difficoltosa per non dire impossibile…non è il caso di gridare allo scandalo se le mammne sono penalizzate rispetto ai papà. La natura non è democratica, lo vogliamo capire oppure no? Le donne che pretendono di avere lo stesso stipendio degli uomini hanno una sola via di uscita: evitino di sposarsi e di diventare madri ad ogni costo, rifiutando i “suggerimenti” del cosiddetto orologio biologico che le convince a riprodursi”. Sono affermazioni che si commentano da sole. Il clou Feltri lo raggiunge quando scrive: “…non si capisce per quale motivo una matrona che sforna bambini abbia diritto a riscuotere denaro pubblico”, riesumando, ma in senso dispregiativo, l’icona della Cornelia dei Gracchi. Non è civicratico parlare di matrone che sfornano bambini. I bambini non si sfornano, si fanno nascere. E prima ancora si concepiscono. E lo fanno, signor Feltri, uomini e donne. Qual è il corrispondente maschile di “matrone”?

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