Il 30 gennaio è stata presentata l’indagine dell’Istituto Toniolo (Ente fondatore dell’Università del Sacro Cuore) sui giovani in Italia; studio che sarà pubblicato in aprile, nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2018”, Ed. Il Mulino.
Dall’indagine sull’atteggiamento delle nuove generazioni verso la politica e sul loro orientamento al voto, in combinazione con il profilo sociale, la condizione economica e i valori di riferimento, emerge l’idea di un comportamento elettorale delle nuove generazioni molto fluido e difficile da prevedere. Un bacino molto ampio di incertezza e potenziale astensione dovuto in larga parte alla disaffezione per l’attuale politica che ha smesso di essere un reale punto di riferimento. E a deludere di più, come spesso accade, è il partito di chi governa. L’orientamento politico dei giovani appare molto articolato, con una bassa adesione ai partiti tradizionali e un’alta disponibilità a dare il consenso a chi dà voce alla protesta e alla frustrazione.
Da tale quadro (campione di 3034 persone di età compresa tra i 20 e i 34 anni, rappresentativo su scala nazionale), prevedere quanti giovani andranno a votare il 4 marzo è molto difficile. Ci sono però due elementi che possono aiutare a capire l’orientamento delle nuove generazioni. Il primo è l’atteggiamento di fondo verso i singoli movimenti e partiti, che risulta essere di completa bocciatura almeno per un 40% del campione esaminato, mentre un 60% ha trovato almeno una forza politica a cui dare la sufficienza. Il secondo è la distanza dei giovani da tutta l’attuale offerta politica, che si situa attualmente attorno al 20%. Questi ultimi sono coloro che rischiano di rinunciare definitivamente a occuparsi della politica e risultano anche i più lontani dalle istituzioni.
Più in generale, si può affermare che le nuove generazioni possano apparire come una forza incostante, poco attiva e poco coinvolta nella vita politica e sociale del Paese. Manca la spinta catalizzatrice dei grandi ideali, ma allo stesso tempo, i giovani stessi hanno bisogno di continue nuove sfide, di mettersi alla prova e lasciare una propria impronta nella realtà che li circonda. L’incontro tra la domanda e l’offerta di partecipazione sociale e politica è difficile da organizzare in un Paese come l’Italia, in cui si fatica a dare credibilità e responsabilità alle nuove generazioni. Tra le loro cerchie si osserva, invece, una grande attenzione verso la giustizia sociale, le diseguaglianze, l’ambiente e, se vogliamo, anche il bene comune. Tutte tematiche però che rischiano di evaporare di fronte all’offerta politica attuale che non risulta assolutamente essere credibile, convincente e coinvolgente.
Una debolezza, purtroppo, congenita nei nostri partiti politici tradizionali e che ha reso i nostri giovani orfani di solidi alleati con cui poter immaginare un destino migliore per il proprio Paese.
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