Mag 16, 2018 | Notizie | 0 commenti

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BASTA CON LA PROSTITUZIONE

Un’irruzione dei carabinieri delle stazioni di San Severo e di San Paolo di Civitate, nelle campagne di Marina di Lesina, nel foggiano, ha portato alla scoperta di un casolare lager, dove erano rinchiuse giovanissime ragazze bulgare costrette a prostituirsi lungo la Statale 16. Nell’area del casolare-prigione erano collocate delle baracche adibite a camere da letto, nelle quali venivano segregate le ragazze; celle, con appena una lampadina e una stufa, in condizioni igieniche e di sicurezza più che precarie. La vicenda è ben nota. Si tratta di donne, ingannate da connazionali, spesso purtroppo anche da donne, con il miraggio di una vita migliore, lavorativa e personale,  e invece, una volta giunte in Italia, schiavizzate e buttate in strada alla mercè di persone senza scrupoli, costrette a prostituirsi per l’intera giornata, dalle otto del mattino alla dieci di sera, controllate a vista e poi riportate nelle baracche, picchiate con mazze se il ricavato delle loro prestazioni è inferiore ai cento euro. Il proprietario della masseria incriminata è un anziano di 73 anni, il quale riceveva dalle custodi dell’orrido “palazzo”, anch’esse bulgare, passate dal ruolo di  prostitute a quello di maitresse, una quota mensile di mille euro ogni volta che passava per la riscossione. Il fenomeno delle prostitute sulla SS 16 è, purtroppo,  in continuo aumento, cosa che ha reso urgente la convocazione di un tavolo di concertazione monotematico per programmare interventi e misure necessarie alla tutela delle donne costrette all’attività di meretricio. E’ civicratico chiedersi come  sia possibile rimettere nelle agende politiche la questione relativa alle case chiuse se l’obiettivo cui si dovrebbe tendere è quello della lotta alla prostituzione, che resta comunque una forma di schiavitù e che è contraria alla dignità di una persona sia per chi la esercita che per chi ne fruisce. Educhiamoci a rapporti sani e ad una sentimentalità adulta.

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