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IL BUON ESEMPIO: ALCUNE MISURE ECONOMICHE

Stiamo tutti vivendo un tempo molto difficile. Una pandemia inaspettata, perfida, pervicace, sconcertante, con cui ci confrontiamo con evidenti, sostanziali, differenze, ricchi, meno ricchi, borghesi, popolo, chi tira alla giornata, i poveri, i disperati, quelli precipitati di colpo nel baratro…tutti!

Le attività produttive, devono necessariamente riattivarsi, non c’è dubbio. Le industrie rimettersi in moto assieme alle iniziative commerciali e alle cosiddette “partite iva”: insomma, il sistema Italia deve ripartire presto e in sicurezza.

Un buon padre di famiglia, sa che è importante mettere da parte denaro da poter utilizzare nei momenti critici. Fino ad ora, invece, i vari governi e le politiche che ci hanno amministrato hanno fatto ben poco per generare risparmio utile per tutti i cittadini, e per tenere in sicurezza la nazione. Anzi, sono riusciti a portare il deficit dell’Italia a livelli elevatissimi e pericolosi anche in tempo di pace e tranquillità.

Grave, molto grave, visto che oggi, in questa emergenza sanitaria, sociale ed economica, sarebbe stato utile poter contare su un assetto economico più forte, come Germania, Francia, Paesi Bassi, Paesi Scandinavi, con tutti gli italiani che giustamente chiedono di poter ripartire potendo contare su liquidità statale accessibile e disponibile e finanziamenti a fondo perduto.

Purtroppo, o per fortuna, è toccato a Conte dover gestire questa impasse. Una cosa difficile, con grandi responsabilità, che non vogliamo giudicare. Ci chiediamo però come andare avanti, sapendo di non avere l’albero di Pinocchio per produrre denaro, e a cospetto ad un’Europa che per egoismo o per incapacità non sa gestire, non vuol decidere, tentenna, mentre il tempo invece corre inesorabile.

La domanda è semplice e drammatica: dove prenderemo i soldi necessari per risollevarci?

Non sono un’economista, ma un imprenditore che fa i conti con l’economia reale. Anch’io, come tutti, sono alle prese con le difficoltà del momento, convinto che comunque ci riprenderemo, perché l’Italia è un grande Paese, il più bel Paese del mondo.

Ma per riprenderci, dobbiamo fare necessariamente un grande lavoro di squadra, remando tutti nella stessa direzione. E’ indispensabile.

E perciò, nei momenti di difficoltà, si sa, servono anche i buoni esempi per avvicinare i cittadini alle istituzioni, per trovare la forza di ritornare forti e volitivi.

E allora, al di là delle varie misure varate, una richiesta è prioritaria: il taglio, almeno per 12 mesi, dei costi della politica (a partire dagli stipendi dei Parlamentari) cui solo alcuni si sottopongono in modo volontario.

Sarebbe una bella sfida e renderebbe onore al governo di fronte ad ogni cittadino italiano, oltre che darebbe ulteriore significato a quanto di buono è stato fatto finora per salvare l’Italia dal nuovo temibile nemico

Accanto a questa misura, ne è necessaria un’altra, uguale e parallela, e un po’ rivoluzionaria ma altrettanto giusta e sacrosanta: il taglio proporzionale dei megastipendi dell’apparato dirigenziale dello Stato, di chi guadagna più di 400 mila euro l’anno, ma sarebbe auspicabile anche un’imposta sui patrimoni superiori ai 500 mila euro.

Sarebbero misure di concreta economia, che farebbero tanto bene al riequilibrio sociale e alla credibilità di Governo e Stato.

Questo “buon esempio” potrebbe e dovrebbe affiancarsi al pagamento dell’iva dilazionata almeno in 12 mesi. Una volta emessa la fattura, nel caso il pagamento dovesse tardare, l’azienda fornitrice dovrebbe avere almeno 12 mesi per il pagamento dell’iva relativa alla fattura emessa. Possono partecipare all’istanza per l’ottenimento del pagamento dell’iva differenziata tutte le aziende che siano in possesso dei seguenti requisiti: a) Aziende il cui fatturato è compreso tra i 200.001,000 euro e i 3 milioni di euro; b) Aziende che, accertato il punto a), non abbiano nessun tipo di contenzioso né con l’Agenzia delle Entrate né con i dipendenti e che il certificato del casellario giudiziale e dei carichi pendenti dell’amministratore risulti nullo; c) Aziende che, accertati i punti a) e b), siano in grado di assumere personale. Accertato il possesso dei punti a), b) e c), il titolare dell’azienda che ha presentato la propria istanza per la richiesta del pagamento dell’iva differenziata entro 12 mesi dall’emissione della fattura, potrà accedere al tavolo di trattative tra azienda e stato per programmare il numero dei dipendenti che l’azienda può assumere. Come nelle vecchie comunità cristiane, sarebbe veramente bello e giusto, così pensiamo, poter condividere e dividere in parti. Una proposta, questa mia, fatta da cittadino che vorrebbe un Paese più giusto e solidale.

Ing. Francesco Terrone

348/4413617

Fondazione Francesco Terrone di Ripacandida e Ginestra

 

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