Apr 30, 2021 | Battaglie | 0 commenti

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NON BASTA IL CIVISMO PER USCIRE DALLA CRISI: IL MODELLO CIVICRATICO PER LA PARTECIPAZIONE E LA MERUTOCRAZIA

Se si rimane legati a una immagine della crisi come evento estraneo al sé allora non si può attuare quel necessario atto volontario di impegno a superare la crisi stessa.

Dal greco krino (?????), distinguere, separare, cernere, discernere, giudicare, valutare, crisi (??????) è scelta, decisione.

 Dalla crisi si deve quindi imparare togliendo, integrando e valutando ciò che la crisi stessa ha fatto emergere.

Solo in questo modo si riporta la prospettiva della nostra analisi all’interno di noi stessi per poi modificare positivamente ciò che è a noi esterno.

È necessario passare dalla riflessione del modello politico manipolatorio attuale e dalle constatazioni di uno scollegamento totale fra Cittadini e oligarchie all’azione civicratica.

E partendo da questo presupposto si può pensare di superare le semplici, anche se giuste rivendicazioni civiche, per costruire il Modello civicratico partecipativo e meritocratico.

Non basta, infatti, il civismo per uscire dalla crisi.

 Il civismo può costituire, talora, con i suoi richiami al bene comune,  il passaggio intermedio  per diventare Civicratici, ossia detentori di una coscienza di partecipazione attiva alla vita politica, economica e sociale del Paese nel quale si vive, affrontando i nodi strutturali della crisi e costruendo il nuovo Modello in cui finalmente siano alleati Stato e Società ossia il Modello quotidianamente costruito in cui il Popolo è davvero sovrano

 Il percorso da cittadino a Civicratico coincide con un percorso di coscienza e di proficua azione comune.

 Non basta, infatti, volere  rispettare o fare rispettare delle regole o il mero richiamo a valori fondamentali e solo basilari quale l’onestà.

Certamente ciò che rende il cittadino tale è un atto volontario di acquisizione di valori prima di tutto interiori che poi si riflettono all’esterno nel rispetto e nell’azione civica per gli altri.

Ma questa è solo l’indispensabile premessa per uscire dall’attivismo spontaneistico e slegato e passare all’Organizzazione ossia al lavoro comune di Comunità e Associazioni (Civicrazia come Soggetto avanguardia del Popolo Sovrano(, ciascuno autocollocandosi nell’attività comune per il Popolo Sovrano, ossia per la Civicrazia (la Democrazia partecipativa e meritocratica che è la nostra Meta).

E’ il passaggio fra l’occuparsi solo dei diritti dei propri vicini all’affermazione del Modello in cui i diritti siano finalmente garantiti davvero per tutti.

di Miriam Tripaldi

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