Intorno all’otto gennaio si sono verificati episodici rinvii di pazienti del gruppo zero senza terapia trasfusionale e, sin quasi alla fine di marzo, tutti i pazienti zero hanno sempre ricevuto una sola unità di sangue a fronte delle due previste, necessarie e programmate e occasionalmente anche altri disguidi, pure in altre strutture campane.
Inutile ribadire le difficoltà umane e sociali che questo ha comportato, in un periodo peraltro in cui ogni spostamento per un ammalato costituisce comunque rischio.
In tali difficoltà molto presenti sono stati UNITED (Federazione Nazionale Talassemici) e il suo presidente Raffaele Vindigni.
Alla fine, a seguito di nuovi pressanti interventi del Difensore Civico, anche la terapia di trasfusione di sangue presso l’ospedale Cardarelli si è nuovamente regolarizzata, così come in altri centri campani.
Il Difensore Civico Giuseppe Fortunato ha verificato la giustezza delle doglianze e constatato che: “Ancora il sistema sangue si presenta fragile, ancora non si vedono adeguate e incisive campagne di sensibilizzazione alla donazione (iniziative nelle scuole e sui media), ancora non risultano centri AVIS fissi accreditati (spesso AVIS lavora essenzialmente su emoteche mobili, che pescano il donatore occasionale e non fidelizzano, mentre si ha bisogno di donatori stabili, periodici e perciò sicuri). Occorre procedere strutturalmente”.
In definitiva nel mondo dei talassemici si tira il fiato, si vive come appesi ad un filo di lana, perché si percepisce l’inadeguatezza del sistema di gestione del sangue.
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