I beni sequestrati alla criminalità organizzata rischiano di finire all’asta con la possibilità di tornare in possesso degli originari possessori. In segno di protesta Don luigi Ciotti ha affisso il cartello «A.A.A. vendesi » nella Bottega della Legalità «Pio la Torre » di Roma.
La lotta alla mafia è fatta soprattutto di simboli: il palazzo del boss deve essere restituito alla società per mandare un segnale forte ai cittadini e ai mafiosi stessi. Ieri c’era anche Francesco La Torre, figlio di Pio, ucciso dalla mafia. Era lì in memoria di suo padre e per combattere quest’ultima battaglia. . «Per la mafia sono importanti i simboli, riacquistare quei beni per i boss vuol dire riaffermare il loro potere», ha detto ieri. La legge che prevede la confisca si chiama «Rognoni-La Torre ». Quella che ne prevede l’utilizzo a fini sociali è la 109/96 nata grazie a quel milione di firme raccolte dall’associazione Libera di don Ciotti. I beni dei mafiosi devono essere utilizzati e riabilitati dando vita a utili iniziative sociali, baluardi della legalità civicratica e della trasparenza.
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