Che la petizione per il riconoscimento delle malattie ambientali sia subito accolta dal Parlamento è urgente e necessario!
E così va affrontato anche il tema dell’inquinamento nell’aria che, per i malati ambientali, è come le barriere architettoniche per i diversamente abili.
Le crisi neurotossiche sono favorire da aria malsana e incidono pesantemente sullo stato di salute generale, sul piano fisico, psichico, ed anche sulle funzioni cerebrali: memoria e concentrazione sono fortemente compromesse.
Sensibilità chimica, elettrosensibilità, fatica cronica e fibromialgia sono condizioni, dal punto di vista patogenetico, correlate all’inquinamento dell’aria.
Inoltre vanno controllate le nostre fonti alimentari che entrano nella composizione delle membrane cellulari.
Abbiamo una tendenza spiccata ad avere un deficit di vitamina D, perché viviamo lontani dal sole, le fonti alimentari sono costituite da vitamina D inattiva o precursore, l’attivazione epatorenale è spesso interferita da fenomeni ambientali.
Infine un’alterazione della flora microbica intestinale favorisce fenomeni di tipo neurotossico.
Poiché le necessarie competenze interdisciplinari non sono sempre presenti nel Servizio Sanitario Nazionale,
“il paziente, se vuole studiare se stesso in un certo modo, o spende un sacco di soldi, oppure non lo fa” (come scriveva il compianto prof. Giuseppe Genovesi).
Sentiamo le parole di malati ambientali:
“Una vita da vecchia”, riecheggia lo sfogo di Maria Pia; “prigioniera in casa” dice Giovanna; “quando vado in città mi sento la febbre per giorni” sottolinea Claudia; aggiunge Anna: “avere la diagnosi di mcs è come essere condannata all’ergastolo, gli inquinanti nell’aria sono come le grate del carcere che mi impediscono di andare dove voglio, è difficile uscire di casa, frequentare un locale di sera, andare ad un concerto, prendere un treno. Ed è una condanna per tutta la vita, perché le cure sono solo per pochi, per chi se le può permettere “.
E’ una situazione insopportabile!
Favorire la diagnosi e un fluido accesso alle cure è doveroso e possibile, accogliendo subito la petizione per il riconoscimento delle Malattie ambientali.
Sofia Maglione
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