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RIMETTERE IN RIGA UN SISTEMA POLITICO SBALLATO

Vi segnaliamo questo interessante articolo di Antonio Visicchio* pubblicato in prima pagina sul quotidiano La Nuova del Sud del 28/12/2009:

Contro la colonna del potere e della politica malati ecco le colonne del Manifesto Civicratico.

Per invertire la rotta bastano le due pagine su cui è scritto: è un mettere nero su bianco per rimettere in riga un sistema politico sballato. Un segno tangibile di cambiamento perché unisce le battaglie di diversi gruppi, sotto un’unica grande bandiera, quella della Civicrazia.

L’aspirazione del cittadino a essere al centro dell’agenda politica diviene così realtà. Civicrazia è un neologismo prepotentemente evocativo che significa potere del cittadino. E così il concetto di partecipazione, un tempo miraggio lontano, diviene oggi assai concreto. In tutto sono oltre 4000 le associazioni aderenti, da Adiconsum a Cittadinanza attiva, dall’Organismo unitario dell’avvocatura all’Ordine nazionale dei giornalisti.

Tutti uniti per sconfiggere due Moloch possenti: la burocrazia e la mala politica. Per veder riconosciuti i diritti del cittadino. Non basta cioè solo il momento elettorale, magari turandosi il naso come proponeva Montanelli, per dirsi rappresentato. Il portale internet, www.civicrazia.org, è l’immagine concreta di questa voglia di cambiamento. La sede è presso il Laboratorio Privacy Sviluppo del Garante della privacy di fronte al Parlamento. Come dire, un faccia a faccia con il potere. È questa l’Italia che non trema e non trama. L’Italia che chiede a gran voce competenza, trasparenza, garanzia dei diritti. Questi gli intenti della coalizione di associazioni presieduta dall’avv. Giuseppe Fortunato (nella foto), componente del collegio del Garante della privacy.

Ma che fare contro la dilagante pigrizia morale del cittadino? Molto spesso si preferisce alla soluzione giusta quella accomodante, perché non turba il quieto vivere.
L’intransigenza, si sa, costa fatica. Sono i sintomi di una vera e propria “democrazia dell’apatia”, in cui la partecipazione sembra appassita e quasi essiccata. Oggi più che mai questa indolenza si tramuta in rassegnazione e tocca il proprio apice con l’autoreferenzialità della classe dirigente. Occorre trasparenza: una politica formato persona, seria, credibile con programmi riconoscibili, che coinvolga realmente quella fetta di cittadini che attendono solo un segnale efficace per risvegliarsi.
Occorre reagire all’indignazione diffusa, ragionare sulle cause e ripartire. Ripartire chiedendo un difensore civico nazionale, un potenziamento del ruolo della associazioni e nomine trasparenti e non più lottizzate, basate su curricula ed esperienza. Tutto questo segna “la Svolta”.
Parola logora e abusata nei frangenti elettorali, che inesorabilmente finisce nel dimenticatoio degli eletti. Qui, al contrario, “la Svolta” indica il passaggio dal cittadino spettatore al cittadino protagonista, capace di inaugurare una nuova stagione: la primavera civicratica. Da marzo, infatti, verranno organizzati alcuni eventi su base regionale, per coinvolgere realmente i cittadini.
Ma il Manifesto, è anche un manuale di bon ton per i nostri politici, chiede un codice deontologico per gli eletti.
Oggi più che mai se ne sente il bisogno come auspicio per il 2010. Per rasserenare gli animi, per svelenire il clima. Tra i firmatari del Manifesto c’è anche l’Ordine nazionale dei giornalisti.
I media, ricorda il consigliere nazionale Michele Partipilo, dovrebbero essere i cani da guardia delle istituzioni e delle libertà democratiche. Ma è davvero così?

L’occhio è puntato sulla stampa nazionale, sempre più spesso damerino dei potenti. Il gioco è presto fatto, pronto e confezionato per coloro che detengono il potere. Sarà semplice allora lasciare intendere che ogni rigagnolo d’impegno è un fiume, che ogni brezza è un uragano, che il ramo sfiorito sta dando i suoi frutti… Siamo insomma nel regno della parola che abbraccia la propaganda.
In controtendenza, i giornali locali, decisi fautori del Manifesto, svolgono egregiamente quella “funzione di prossimità” che li rende primo difensore civico del cittadino.

Il Manifesto per la Civicrazia è un carburante eccezionale. Rinfocolare la speranza è dunque possibile ed anzi necessario.
Per creare lo “spirito civicratico” del cittadino e renderlo l’unico vero protagonista della vita pubblica del nostro Paese. Niente di più di quanto è già scritto nella nostra Costituzione.
Una rivoluzione dolce, come la definisce lo stesso avv. Fortunato, perché non traumatizza chi la subisce. Anzi aiuta una riflessione generale e un cambiamento concreto.
E si sa, la rivoluzione, questa rivoluzione, è impetuosa come il vento; le si può far solo perder tempo. Fermarla mai.
 

* Referente Comunicazione Istituzionale Laboratorio Privacy Sviluppo – Garante per la Protezione dei Dati personali
 

Leggi l’articolo in versione originale

 

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