Mag 30, 2023 | Notizie | 0 commenti

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ATTUARE IL MESSAGGIO DI DON MILANI

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Don Luigi Milani ha insegnato verità scomode.
Di queste verità bisogna parlare francamente e attuarle.
 
 

MATTARELLA A BARBIANA

Il 27 maggio 2023 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Barbiana, un paesino del Mugello, per commemorare i cento anni di Don Luigi Milani.

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VEDIAMO DI CONOSCERE DAVVERO QUESTO DON MILANI

Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti: questo il suo nome completo.

Viene da una benestante famiglia ebrea fiorentina che non ha mai accettato la sua conversione al cristianesimo.

Il 13 luglio 1947 viene ordinato sacerdote e da quel giorno inizia la sua lotta per la scuola che deve essere di tutti e non di pochi.

Viene nominato Cappellano nella parrocchia di S. Donato a Calenzano, alle porte di Firenze.

Qui si trova a operare, insieme al vecchio parroco Daniele Pugi, in una realtà rurale arretratissima. I suoi parrocchiani sono braccianti, pastori ed operai, perlopiù analfabeti.

Don Milani è convinto che sia dovere della Chiesa occuparsi dell’istruzione dei suoi fedeli, soprattutto dei più deboli.

Queste sue idee lo rendono inviso ai superiori ecclesiastici che cercano di zittire il suo pensiero rivoluzionario mandandolo a fare il parroco in un paesino del Mugello, appunto Barbiana.

Don Luigi è un uomo scomodo, esigente, provocatore e, per questo suo carattere, viene isolato con la nomina si priore di Barbiana, un piccolo paesino sui monti del Mugello: 124 abitanti in tutto, una chiesa, una canonica, un cimitero e una manciata di case sparse sui monti. Un angolo sperduto molto lontano dall’Italia del boom economico.

Appena arrivato Don Milani: costruisce dal nulla e nel nulla la sua scuola popolare per giovani operai e contadini acquista un posto nel piccolo cimitero di montagna. È proprio a Barbiana che Don Milani fa la sua esperienza più forte.

Si preoccupa di aiutare a liberare la  dignità dei giovani e la loro cultura attraverso la parola per essere meglio in grado di affrontare le difficoltà della vita.

Il suo libro “Lettera ad una professoressa”  viene accolto gelidamente dalle istituzioni ma apre una breccia nei cuori di tanti.

ERA IL 26 GIUGNO DEL 1967

All’età di soli 44 anni  Don Milani muore a causa di una grave malattia, il morbo di Hodgkin, di cui soffre da anni.

Come aveva chiesto nel suo testamento, viene seppellito nel piccolo cimitero di Barbiana con i paramenti sacri e le scarpe da montanaro.

Ma vi é altro nel suo testamento, rivolgendosi ai giovani:

“Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho la speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze e abbia scritto tutto al suo conto”.

E si firma semplicemente  “Lorenzo”.

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DOMANDE CHE BRUCIANO ANCORA

Se la scuola é di tutti, se nessuno deve essere escluso, perché tanti senza mezzi sono esclusi da costose Università?

Perché  non si mettono in atto politiche di inclusione scolastica?

Qualcuno potrà spiegarci perché non si sostiene il povero nello studio?

E sempre qualcuno dovrà chiarire, sull’altare della storia, il perché va sempre avanti mentre vengono sempre più emarginati i non ambienti e i poveri, anche se spesso molto meritevoli.

Perché il denaro e le raccomandazioni prevalgono su merito e onestà?

Forza, Civicratici, attuiamo il messaggio  di Lorenzo Carlo Domenico Milani  Comparetti! Giustizia nella scuola, nel lavoro e nella vita! Costruiamo un futuro di dignità per i giovani!

Ruggiero Riefolo

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