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VALORIZZIAMO I BENI CULTURALI

Italia, patrimonio culturale da valorizzare

Con il primato internazionale per numero di siti dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità (54 in totale, di cui 49 a carattere culturale e 5 a carattere naturale) e una posizione geografica che fin dall’antichità l’ha arricchita di storia e arte, l’Italia è la culla di un valore inestimabile in termini culturali.

E potenzialmente anche economici e anche in altri settori: ogni euro prodotto dalla cultura in Italia ne genera 1,8 in altri settori.

Per potenziare questo meccanismo servono adeguate strutture di qualità, per attirare turismo culturale con un’offerta solida e variegata.

Tutela e conservazione dei beni culturali

Innanzitutto bisogna tutelare e conservare i siti archeologici e i beni artistici, antichi e spesso localizzati in zone geologicamente a rischio.

Il nostro Paese è tra quelli che in Europa hanno investito meno nel settore culturale; un controsenso, come si evince dal fatto che l’Europa riconosce l’importanza del patrimonio culturale come risorsa per la crescita economica, l’occupazione e la coesione sociale, con il suo potenziale di rivitalizzazione delle aree urbane e rurali e di promuovere un turismo sostenibile.

Nonostante gli scarsi investimenti da parte del settore pubblico, i dati del turismo in Italia sono più che positivi: gli arrivi dei turisti internazionali sono in crescita e il nostro Paese è quinto nella classifica mondiale delle mete più gettonate.

I musei, tra pubblici e privati, sono poco meno di 5mila, e di questi oltre il 70% ha sede in un edificio di interesse storico o artistico. I visitatori di musei, monumenti e aree archeologiche statali sono in aumento di circa il 7%.

Queste cifre possono crescere ancora, per esempio adeguando il materiale informativo presente nei musei e la formazione del personale, che oggi è in grado di fornire al pubblico di turisti stranieri informazioni in inglese nel 60% dei casi, ma solo nel 31% circa in lingua francese, nel 13,5% in tedesco e meno dell’1% in arabo, cinese e giapponese.

Mancanza di impiegati

Un’altra debolezza del settore in Italia è la mancanza di impiegati nel settore.

Molte realtà sopravvivono grazie al lavoro dei volontari: se ne trovano in quasi la metà degli istituti museali italiani. 

Un altro punto debole del sistema culturale italiano sono le infrastrutture obsolete. 

Dalle poche didascalie in braille (in un quinto dei musei sono presenti materiali e supporti informativi specifici, come percorsi tattili o pannelli per i non vedenti) alle chiusure per incuria, arrivando ai periodici crolli negli scavi di Pompei e Ercolano  sono molti i modi in cui non viene garantito l’accesso a siti archeologici, musei e luoghi di cultura

Una battaglia civicratica di tutti

 

Il Paese più ricco di beni culturali al mondo non garantisce pienamente la fruibilità.

Bisogna superare la convinzione che vede la cultura come un lusso, da riservare ai periodi di prosperità economica. Occorrono massicci investimenti che ripagano sul piano del benessere, sul piano culturale e sul piano economico. 

Occorrono comunicazione intelligente e diffusa all’estero, digitalizzazione (con nuovi siti web e supporti informatici e interattivi per la visita al museo), burocrazia più efficiente ed efficace.

Fabio Riccio

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