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Lug 21, 2023 | Notizie | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

FARE LUCE SULLE PFAS

Chiarire cosa sono le PFAS e le loro conseguenze

Le PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, sono conosciute con questo nome perché si degradano molto difficilmente nell’ambiente, contaminandolo a tempo quasi indefinito. 

Questi composti chimici vengono utilizzati in una moltitudine di prodotti di uso comune come

tessuti, schiume antincendio, rivestimenti, vernici e moltissimo altro ancora. 

Questa contaminazione comporta un serio problema di salute pubblica dato che si tratta di interferenti / perturbatori endocrini che diversi studi hanno associato a problemi dello sviluppo, ipertensione gestazionale, nascita di bimbi sottopeso, diabete, colesterolo alto, riduzione della risposta immunitaria, tumori, infertilità e lo sviluppo di vari tipi di cancro, tra cui leucemia, tumore al seno e al pancreas.

Allo stato manca del tutto una chiara necessaria informazione. 

 

Donne incinte e le PFAS

Le analisi del sangue di 302 donne incinte e del cordone ombelicale dei loro bambini appena nati hanno rilevato che il 97% dei campioni era contaminato dalle PFAS.

Dai risultati è emerso che il sangue conteneva contaminazione da PFOS linearePFHxS, acido ottadecanedioico e acido desossicolico.

In concreto che conseguenze ci sono?

Abbiamo diritto a sapere. 

 

Vigili del fuoco e le PFAS

La divisa di un vigile del fuoco che si appresta a intervenire è una composizione di diversi strati pensati per difendere la pelle dal fuoco, dalle sostanze tossiche, dai fumi. Diversi strati per isolare e proteggere, che lasciano esposto solo il viso, che viene coperto da maschere filtranti solo se l’intervento lo richiede.

Per essere efficaci e svolgere il loro ruolo protettivo, i completi anti-fiamma devono essere costruiti con materiali resistenti al fuoco, e quelli in dotazione al Corpo nazionale dei vigili del fuoco (C.N.VV.F) contengono il Politetrafluoroetilene (Ptfe), più conosciuto come Teflon, e altri PFAS. Diversi pompieri italiani hanno raccontato di non sapere di essere potenzialmente esposti a queste sostanze tossiche, né di essere mai stati formati per evitare una contaminazione. 

Anche su quest’aspetto occorre che vi sia massima chiarezza.

 

Diana Maria Liguori

 

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