FEMMINICIDI, RAGGIUNTE LE 100 VITTIME NEI PRIMI 10 MESI DEL 2023
Il 25 ottobre 2023 sono arrivati a 100 i femminicidi in Italia. Tante sono, dall’inizio dell’anno al 25 ottobre 2023, le ragazze, le donne mature e le anziane vittime di omicidi volontari. Nella maggioranza dei casi si parla di femminicidio (inteso come omicidio legato a motivi di genere), ma nell’elenco si trovano anche delitti maturati in scenari e contesti diversi o ancora tutti da chiarire.
Più di metà delle donne uccise quest’anno (54) sono state massacrate da mariti, fidanzati, compagni ed ex per le “solite” ragioni inaccettabili: gelosia, possesso, incapacità di accettare la separazione o le libere scelte delle partner, vendette, dimostrazione di potere, ritorsione.
I segnali, in alcuni casi, c’erano stati e forti.
Concetta Marruocco, ad esempio, aveva coraggiosamente denunciato e fatto processare il marito violento, da cui si stava separando, Franco Panariello. Lui avrebbe dovuto starle lontano, frenato da una cavigliera elettronica e da un divieto di avvicinamento a meno di 200 metri. Invece è andato da lei e l’ha accoltellata a morte (almeno stando alle contestazioni iniziali). Il dispositivo di sicurezza pare non sia scattato tempestivamente o forse potrebbe essere stato manomesso. Comunque non è servito a proteggere la donna.
IL PESO DELLA MALATTIA MENTALE E DELLA VECCHIAIA
Per alcuni delitti al femminile si affaccia l’ombra della malattia mentale, in alcuni sembrano emergere contesti di solitudine, incapacità di affrontare la propria malattia o quella del partner o la vecchiaia, mancanza di una rete di sostegno, abbandono. Sergio De Zen, 74 anni, ha raccontato di aver ucciso la moglie Manuela Bittante di 77 anni perché la situazione era diventata insostenibile: la compagna di una vita era tornata a casa da poco, dopo un ricovero ospedaliero per un ictus, in condizioni invalidanti e non più autosufficiente.
OMICIDI-SUICIDI
Gli omicidi-suicidi sono un’altra voce numericamente rilevante di quota cento, anche se poco approfondita e dibattuta. Si sono tolti la vita i responsabili (presunti o rei confessi, in scritti e messaggi) della fine violenta di 34 donne (e di alcuni uomini, in stragi familiari miste).
Xhafer Uruci si è ucciso quando era sotto la custodia dello Stato, incarcerato con l’accusa di aver accoltellato la moglie Zenepe Uruci: si è impiccato in una cella della casa circondariale di Terni.
SOGGETTI SOCIALMENTE PERICOLOSI
Altro esempio di femminicidio è stato il caso di Marta Di Nardo, la quale è stata accoltellata e tagliata in due, come documentano le prime indagini, dal vicino di casa Domenico Livrieri, da un mese qualcosa di più di un semplice conoscente: in attesa che una condanna per violenza sessuale diventasse definitiva, ritenuto seminfermo di mente e socialmente pericoloso, avrebbe dovuto essere ricoverato in una Rems, una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
NECESSITA’ DI INVESTIMENTI PER LA LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
E’ urgente e necessario adottare misure concrete di tutela.
Sostenere subito le vittime e le possibili vittime di violenza significa offrire loro strumenti per ripartire, ricostruire la propria vita, raggiungere l’indipendenza e puntare a una realizzazione personale.
Civicrazia si impegna costantemente per la conoscenza del servizio pubblico e per ogni sportello sociale presente
Se stai subendo stalking, violenza verbale o psicologica, violenza fisica chiama SUBITO il 1522 per ricevere aiuto o anche solo per chiedere un consiglio. NON ESITARE.
Puoi rivolgerti sempre anche al nostro sportello di aiuto al cittadino presente nell’apposito sito di Civicrazia: civicrazia.org
Eleonora Aleo
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