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BANDIAMO L’INCIVILTÀ SU FACEBOOK. FACCIAMO TRIONFARE CIVILTÀ E CIVICRAZIA

Negli ultimi giorni alcuni episodi di inciviltà su Facebook hanno riempito le pagine dei giornali scandalizzando (e menomale!) la società civile e l’opinione pubblica.
Razzismo, incitamento alla violenza, discriminazione verso i diversamente abili: sono numerosi i gruppi nati all’insegna di maleducazione e intolleranza e sono ancor di più gli incivili che ne fanno parte.
Messaggi deliranti come “Dio sta punendo con il diluvio i terroni calabresi e siciliani” su Facebook travalicano la labile mente del singolo ed arrivano ad aggregare addirittura gruppi di oltre 2000 iscritti.
Tutt’altro che casi isolati: alcuni giorni dopo un altro gruppo inneggia a sparare ai bambini down con un gioco che invitava a colpire in un tirassegno virtuali i piccoli affetti da trisomia 21 in quanto “sono degli idioti”. Sono oltre 1000, sparsi su diversi profili, i fan di Facebook del capomafia Bernardo Provenzano.
E’ inconcepibile che non si comprenda la pericolosità di simili fenomeni. Lo choc che ha sollevato l’opinione pubblica e ha spronato  diverse recenti dichiarazioni istituzionali, ha posto attenzione su un tema che va oltre il singolo episodio scandalo.
Non bastano azioni punitive e repressive sugli imbecilli che invadono la Rete di assurdità riprovevoli, né basta la chiusura immediata dei gruppi, comunque doverosa.
Occorre soprattutto diffondere una cultura di rispetto e di responsabilità, soprattutto tra i giovani – principali frequentatori del web -. Il nuovo pericolo per i ragazzi è che i social network anziché terreno di libertà ed espressione individuale si trasformino nel rifugio d’elezione dei bulli.
Da uno studio europeo emerge che il 10% degli adolescenti tra i 12 e i 14 anni è oggetto di cyber bullismo, spiega la psicologa svedese Ann Frisen. I ragazzi “possono essere minacciati continuamente attraverso sms o siti web. Oltretutto le informazioni si diffondono rapidamente e sono difficili da rimuovere dalla Rete, come complicato è riconoscere l’autore originario”. Per i piccoli vessati dal cyber bulli non c’è tregua neanche nel weekend ed inoltre, l’anonimato garantito dalla Rete fa sì che spesso il bullo adotti persino “un linguaggio più libero e aggressivo”.
E-mail, sms, profili denigratori, diffusione di video e mms ingiuriosi possono rendere la vita un inferno.
Civicrazia all’interno della Civicratic Web Action ha attivato un comitato specifico per la tutela degli utenti in Internet a cui è possibile rivolgere le proprie domande.

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