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CENTRALITA’ DEI MEDICI DI BASE: PERCHE’ SI RICORRE AL PRONTO SOCCORSO E NON AL MEDICO DI FAMIGLIA? I DIRITTI DEI CITTADINI

Introduzione

Il ruolo dei medici di base, noti anche come medici di famiglia o medici di medicina generale (MMG), è cruciale nel sistema sanitario italiano. Essi rappresentano il primo punto di contatto per i pazienti, fornendo assistenza sanitaria primaria e orientamento nel sistema sanitario. Tuttavia, l’efficienza del loro operato è spesso messa in discussione, con particolare riferimento alla prassi di emettere ricette senza visite di persona, un comportamento che solleva numerose questioni giuridiche e deontologiche.

 

Il Ruolo dei Medici di Base: Riferimenti normativi

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano regola la figura del medico di base attraverso diverse normative. Tra queste, il Decreto Legislativo n. 502 del 30 dicembre 1992, modificato dal Decreto Legislativo n. 229 del 19 giugno 1999, definisce le funzioni e le responsabilità dei medici di medicina generale. In particolare, l’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 502/1992 stabilisce che i medici di medicina generale sono tenuti a garantire l’assistenza di base, la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione.
Il Codice di Deontologia Medica, approvato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO), specifica all’articolo 13 l’obbligo del medico di eseguire una visita personale prima di emettere una diagnosi e prescrivere una terapia. Questo principio fondamentale è volto a garantire la sicurezza e l’efficacia delle cure, oltre a prevenire abusi e comportamenti scorretti.

 

Diritti e Doveri dei Medici di Base

I diritti e i doveri del medico di base sono numerosi e regolati da normative specifiche, ma spesso i pazienti non sono adeguatamente informati su cosa possono o non possono richiedere.
Ecco un’analisi dettagliata particolarmente dei diritti dei pazienti:

Reperibilità del Medico
Il medico di famiglia deve essere presente in ambulatorio tutti i giorni della settimana, dal lunedì al venerdì, in fasce orarie diverse, in modo da permettere a chiunque di poterlo raggiungere. Deve offrire assistenza sia di mattina che di pomeriggio. Secondo l’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale, un medico con 500 assistiti deve essere presente per almeno 1 ora al giorno per 5 giorni alla settimana; con 1000 pazienti deve essere reperibile in studio almeno 2 ore al giorno per 5 giorni alla settimana; con 1500 pazienti deve assicurare una presenza minima di 3 ore al giorno per 5 giorni settimanali. Inoltre, il sabato il medico di famiglia deve essere reperibile al telefono per 2 ore, dalle 8 alle 10, per rispondere a richieste non differibili, che dovrà soddisfare entro le 14.

Reperibilità Telefonica
Tutti i medici hanno l’obbligo di rispondere telefonicamente ai loro pazienti per due ore al giorno, generalmente dalle 8 alle 10, per le richieste non differibili da soddisfare entro le 14. In caso di urgenza o di casi clinici molto semplici, la diagnosi e la prescrizione di farmaci non soggetti a ricetta possono essere effettuate anche per telefono, purché il medico conosca bene il paziente e la sua storia clinica.

Prescrizioni Obbligatorie
Per quanto riguarda le prescrizioni di farmaci ed esami diagnostici, il medico è vincolato a prescriverli solo in presenza di determinati sintomi, come stabilito dalle linee guida regionali. Alcune ASL impongono limiti precisi e sanzioni per i medici che eccedono tali limiti.
Anche se una prescrizione è suggerita da un ospedale, il medico di famiglia deve verificarne l’attendibilità. Per i farmaci generici, il medico dovrebbe sempre prescrivere un generico o un farmaco di marca di pari prezzo, salvo che la terapia sia già iniziata con un altro farmaco.

Visite Obbligatorie
Le visite presso lo studio medico sono, tra gli obblighi dei medici di base, uno degli aspetti più importanti, in quanto sono un primo “filtro”, un primo contatto, tra il paziente e il medico stesso.
Proprio per queste ragioni sarebbe opportuno, per non dire necessario, che almeno due volte all’anno i pazienti vengano invitati dai propri medici di base a visite obbligatorie, di modo tale che:
a) L’attività della sanità pubblica (fermo ancora ai protocolli che non vengono rinnovati da diversi anni) si ridurrebbe notevolmente, rendendo così le famigerate lunghissime liste d’attesa un lontano ricordo;
b) i costi della sanità pubblica si riducono. Infatti, da analisi effettuate presso i PS dislocati su tutto il territorio nazionale, è emerso che gli ingenti esami strumentali (radiografie, analisi del sangue e altri controlli) si rivelano nel 40% dei casi esami inutili, finendo addirittura a pesare nelle tasche degli italiani.
Il rapporto che si instaura tra il medico di famiglia e il paziente è necessario affinché queste due condizioni si avverino.

Visite a Domicilio
La visita a domicilio è un obbligo per tutti i medici di famiglia, richiesta quando il paziente non è in grado di recarsi in ambulatorio per motivi di salute. Secondo l’ACN, le visite richieste tra le 8 e le 10 devono essere effettuate entro le 14. Se la richiesta è fatta fuori da questa fascia oraria, i tempi di intervento sono lasciati alla discrezione del medico, salvo i casi urgenti.

Assenza del proprio Medico
Ogni medico di famiglia ha diritto ad assentarsi per malattia, assistenza a familiari con handicap, attività di volontariato o emergenza, o per godersi delle ferie. In caso di assenza, deve sempre darne comunicazione alla ASL e garantire la continuità dell’assistenza attraverso un sostituto, informando adeguatamente i pazienti.

 

Certificazione Medica: Responsabilità e Veridicità

La certificazione medica rappresenta uno degli strumenti più utilizzati nell’attività professionale dei medici, essendo fondamentale per attestare situazioni di fatto e rispondere a diverse esigenze sociali. Per il medico che la redige, si tratta di un compito di grande responsabilità. La certificazione deve essere considerata una testimonianza scritta, soggetta al segreto professionale e alla veridicità. Un certificato rilasciato da un professionista sanitario è un documento scritto che dichiara la verità riguardo a fatti tecnici, di cui il certificato è destinato a provare l’esistenza.
Questa dichiarazione presuppone che i fatti riportati nella certificazione siano di competenza medica e che il medico li abbia personalmente accertati durante l’esercizio della sua professione. I certificati rilasciati da un medico presuppongono un’attività di verifica diretta da parte del medico stesso, con una stretta correlazione tra il contenuto e la finalità della certificazione.
Affinché un certificato sia autentico e attesti la veridicità di un fatto giuridicamente rilevante, deve contenere i seguenti elementi:
a) Una scrittura formata a mano o ottenuta con mezzi meccanici indelebili.
b) L’identità dell’autore dell’attestazione, risultante dalla sottoscrizione dell’atto comprensiva delle sue generalità e qualifica.
c) Il destinatario cui la certificazione è diretta.
d) La data che indichi il tempo e il luogo in cui il certificato è stato compilato.
I requisiti essenziali di un certificato medico sono la chiarezza e la veridicità. La chiarezza implica che l’attestazione scritta sia comprensibile in modo esatto e completo per chiunque, soprattutto per coloro che non sono esperti in campo medico, per evitare interpretazioni errate, anche se fatte in buona fede. La veridicità implica che quanto descritto dal medico corrisponda esattamente a ciò che egli ha personalmente constatato in modo obiettivo. Essa riguarda il contenuto del certificato, che non si limita alla dichiarazione di un singolo fatto, ma include anche l’identità della persona interessata, la data, il luogo della certificazione, e la firma del dichiarante. Questi elementi derivano dall’obiettività clinica e dai giudizi diagnostici, prognostici e terapeutici che concludono una corretta e completa attività certificativa.
In particolare, si evidenzia che le certificazioni relative a lesioni derivanti da incidenti stradali spesso risultano incomplete, in quanto contengono per lo più un giudizio diagnostico e prognostico senza una dettagliata terapia. Un piano terapeutico è essenziale per giustificare l’esistenza di una lesione giuridicamente rilevante, supportato da documenti che attestino la reale esecuzione dello stesso e le relative spese sanitarie sostenute. In assenza di tali elementi, il certificato risulta privo di veridicità e quindi falso sotto il profilo ideologico.
La falsità ideologica di certificati da parte di persone esercenti un servizio di pubblica necessità è punita dall’articolo 481 del Codice Penale: “Chiunque, nell’esercizio di una professione sanitaria o forense o di un altro servizio di pubblica necessità, attesta falsamente, in un certificato, fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità, è punito con la reclusione fino a 3 anni o con la multa da euro 51,65 a 516,46.” Il medico, in qualità di pubblico ufficiale, se rilascia attestazioni non veritiere nell’esercizio delle sue funzioni, risponde del reato di “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati” (art. 480 del Codice Penale).
L’omessa prescrizione da parte del medico certificatore di un adeguato piano terapeutico in riferimento a lesioni causate da terzi, non consente al danneggiato di avere una prova certa dell’effettivo periodo di compromissione temporanea dell’integrità psicofisica, totale o parziale, giuridicamente rilevante e valutabile medico-legalmente. Pertanto, il definitivo certificato di guarigione clinica con postumi valutabili in sede medico-legale risulterebbe poco o per nulla credibile, soprattutto se la terapia necessaria non è mai stata menzionata nelle certificazioni mediche precedenti e, di conseguenza, non provata.
In definitiva, il medico certificatore è civilmente responsabile delle sue azioni, anche omissive, in conformità ai principi e alle regole sanciti all’art. 1 del Codice di Deontologia Medica riguardanti l’esercizio della professione medica in qualsiasi ambito o stato giuridico in cui essa venga svolta.

 

Conclusioni: centralità del medico di base e tutela dei Cittadini

Il ruolo dei medici di base è indiscutibilmente centrale per la tenuta del sistema sanitario italiano. Tuttavia, le pratiche scorrette e le inefficienze sistemiche non solo mettono a rischio la salute dei pazienti, ma minano anche profondamente la fiducia nel servizio sanitario nazionale. La situazione attuale richiede un intervento deciso e immediato da parte delle istituzioni sanitarie e degli ordini professionali per garantire che i medici rispettino rigorosamente le normative vigenti e i principi deontologici. È essenziale che ogni prescrizione sia preceduta da una visita personale e accurata, poiché solo così si può assicurare una diagnosi corretta e un trattamento appropriato.
Un sistema di controllo efficace, unito a una formazione continua e rigorosa, rappresenta la chiave per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e per tutelare i diritti dei pazienti.
Non possiamo permettere che la salute pubblica sia compromessa da pratiche scorrette e da una gestione inefficiente delle risorse sanitarie. I casi di certificazioni mediche incomplete o inesatte, specialmente in situazioni critiche come gli incidenti stradali, sono un chiaro esempio di come la mancanza di rigore possa avere conseguenze gravi sia per i pazienti che per l’intero sistema sanitario.
È necessaria una riforma strutturale che non solo rafforzi i controlli, ma che migliori anche le condizioni di lavoro dei medici, affinché possano dedicare il tempo e l’attenzione necessari a ciascun paziente.
Sorge spontanea la domanda su come tali misure possano essere implementate in un contesto caratterizzato da risorse limitate e da una domanda di assistenza sanitaria in costante aumento.
Le riforme devono essere progettate in modo da non gravare ulteriormente sui medici e sui pazienti. Ciò potrebbe includere l’ottimizzazione dei processi amministrativi, l’introduzione di tecnologie avanzate per la gestione delle cartelle cliniche e la promozione di una cultura della trasparenza e della responsabilità all’interno delle istituzioni sanitarie. Solo attraverso un approccio integrato e sostenibile si potrà affrontare efficacemente le criticità del sistema e garantire una qualità dell’assistenza sanitaria all’altezza delle aspettative dei cittadini.
In conclusione, la strada verso un sistema sanitario più efficiente e responsabile passa attraverso un impegno collettivo e deciso per la trasparenza, la formazione continua e il rispetto rigoroso delle normative. Solo così si potrà ricostruire la fiducia dei Cittadini nel servizio sanitario e assicurare che ogni paziente riceva l’attenzione e le cure necessarie per una salute ottimale.

Riccardo Vizzino, Avvocato,
Responsabile nazionale di Civicrazia contro le truffe.

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