Bisogna suonare l’allarme in ogni sede.
In Italia, purtroppo, nei primi sette mesi del 2024 gli ultimi dati resi pubblici dell’Inail indicano un netto incremento dei decessi per incidenti avvenuti sul lavoro rispetto allo stesso arco temporale del 2023. Le vittime sono state ben 577, cioè il 3,2 per cento in più rispetto allo scorso anno, con i numeri che restano alti soprattutto nel settore industria e servizi.
Aumentano le morti sul lavoro nel 2024
Le denunce di infortunio e di malattia professionale presentate entro la fine di luglio 2024, presentano un aumento del numero dei decessi rispetto ai primi sette mesi del 2023. Il computo totale è maggiorato dai sempre pesantissimi numeri che arrivano dal settore industria e servizi: in questo campo i morti sul lavoro da gennaio a luglio 2023 erano stati 484, mentre nel 2024 sono due in più, 486.
La crescita 2024 del 3,2 per cento del numero delle vittime è tuttavia dovuta all’incremento dei decessi in molti altri settori come l’agricoltura, dove si è passati dai 59 morti del 2023 ai 71 di quest’anno. E ancora:
· nelle costruzioni da 58 a 79 decessi;
· nel comparto manifatturiero da 51 a 55;
· nel noleggio e nei servizi di supporto alle imprese da 20 a 22.
Restano stabili le cifre del settore commercio, dove i decessi sul lavoro nei primi sette mesi del 2024 sono stati 32, mentre scendono quelli del comparto trasporto e magazzinaggio, dai 61 del 2023 ai 46 del 2024.
I dati 2024 delle denunce di infortunio con esito mortale
Per comprendere ancora di più la gravità dei dati Inail sulle morti sul lavoro è utile guardare alle denunce di infortunio sul luogo lavorativo che hanno avuto esito mortale nel 2024. Questo drammatico dato è cresciuto di 18 unità nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, quanto il computo totale era a 559 casi.
Le denunce di infortunio 2024
Nei primi sette mesi del 2024 si registra anche un aumento delle denunce di infortunio all’Inail che, tuttavia, è più contenuta rispetto al dato precedente del 3,2 per cento. Gli eventi in questo caso sono stati in totale 350.823, soprattutto nel tragitto casa lavoro, con la crescita gennaio-luglio 2024 che è stata dell’1,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. L’incidenza sul totale degli occupati Istat scende del 10,6 per cento rispetto al 2019 e dello 0,4 per cento rispetto al 2023. Da segnalare, infine, la crescita nel 2024 del 22,6 per cento delle denunce per patologie di origine professionale (totale 54.471).
La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso.
La sicurezza è un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni lavoratore. La dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure e mancati interventi normativi.
Intanto la proposta civicratica della Task force specializzata, dei poteri ai Difensori Civici per inadempienze, dei controlli e della formazione è ferma.
Un’emergenza in corso, un massacro continuo, un non capire che la vita è sempre la priorità!
Fabio Riccio
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