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MACROREGIONE MEDITERRANEA E IL QUADRO NORMATIVO

LA MACROREGIONE MEDITERRANEA – IL QUADRO NORMATIVO

Anche nella relazione 2019, così come nella precedente, il Difensore Civico è tornato sulla Macroregione Mediterranea, di cui è Amministrazione pubblica procedente.

Illustriamo il quadro normativo e organizzativo in cui si pone, allo stato, la Macroregione.

La costituita Macroregione comporta un processo sempre in fieri sulla base di apertura e compartecipazione, per la cui configurazione non esiste un Modello standard, come ben evidenziò il Commissario U.E. per la politica regionale Pawel Samechi (2009). A tal fine, come chiarisce la relazione della Commissione U.E. al Parlamento Europeo (2016), le strategie macroregionali sono ormai diventate parti integranti nel quadro della politica di coesione.

Va, altresì, considerato che, diversamente dalle forme di compartecipazione interregionali, che sono tutte improntate alla compartecipazione di enti pubblici, la strategia macroregionale deve essere finalizzata a consentire ai territori di interagire direttamente. Tale interazione va intesa nella gestione e nella analisi delle situazioni problematiche, per costituire ipotesi adeguate alla loro risoluzione.

Il concetto di Macroregione ha struttura aperta, ancorata all’idea di una sostanziale neutralità dello spazio geografico, delle istituzioni e delle tradizioni culturali e sociali dei territori, rispetto alle relative dinamiche economiche. La Macroregione Mediterranea ha scelto di incentrarsi sulla figura del Difensore Civico dell’Ente Regione Campania, il potere idoneo a portare avanti il processo della sua materiale realizzazione, dopo anni di stasi.

Successivamente al Decreto relativo alla Macroregione Mediterranea, adottato dal Difensore Civico e richiamato nella precedente relazione 2018, si è proceduto ad implementare ed avviare le opportune strutture operative degli organismi e uffici impegnati nelle attività finalizzate agli obiettivi fissati sui diritti economici, sociali e culturali.

Va, altresì, evidenziato che, considerati i ritardi finora verificatisi rispetto a tale rilevante iniziativa europea, occorre assolutamente accelerare il processo costitutivo della Macroregione Mediterranea che deve seguire, per ogni opportuno effetto, quello già conclusosi relativo alle quattro Macroregioni finora realizzate, e cioè:

1) la Macroregione Baltica, che ha avuto approvata dal Consiglio Europeo la strategia nell’ottobre 2009;

2) la Macroregione del Danubio, che ha avuto approvata la strategia nell’anno 2011;

3) la Macroregione Adriatica Jonica, che ha avuto approvata la strategia nell’ottobre 2014;

4) la Macroregione Alpina, che ha avuto approvata la strategia nell’anno 2016.

La Macroregione Mediterranea è la quinta Macroregione Europea. Deve anch’essa avere approvata la relativa strategia, anche in considerazione del fatto che l’attuale tendenza nella formulazione dell’assetto organizzativo europeo è quello dell’Europa delle Macroregioni e non più degli Stati e delle Regioni.

Un’ultima necessaria precisazione sul modello della Macroregione Mediterranea, per cui è stato indicato, quale amministrazione procedente, il Difensore Civico, trova la sua giustificazione nella scarsa fiducia, da sempre avvertita dalla pubblica opinione, nell’efficacia delle politiche pubbliche di riequilibrio spaziale, in particolare delle politiche strutturali di sviluppo.

 

Ecco i riferimenti recenti:

1) Con la dichiarazione di Palermo proposta nel 2010 da 20 Stati, si conviene di pervenire al più presto alla costituzione di una Macroregione Mediterranea, al fine di assicurare la governance di una strategia comune, mediante il coordinamento e la valorizzazione di tutte le reti e le articolazioni esistenti;

2) Nel 2012, la Commissione del Parlamento Europeo per la Cultura e l’Istruzione e quella per gli Affari Esteri, esprimono il parere, la prima, che la Macroregione Mediterranea debba svilupparsi in conformità con la normativa internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, e, la seconda, che le principali aree di interventi per la Macroregione Mediterranea, dovrebbero essere mirate agli opportuni livelli sub-regionali per la cooperazione su progetti specifici (cultura, innovazione, istruzione, turismo, commercio, ecc.ecc.). A sua volta, il Comitato Economico e Sociale Europeo esprime il parere che la macrostrategia per il Mediterraneo deve puntare a trasformare la regione in uno spazio veramente all’avanguardia in termini di scambi commerciali, turismo, civiltà, idee, innovazione, ricerca e istruzione, costituendola in una regione di pace ai fini dello sviluppo e della prosperità sociale. Come tale deve inserirsi nel quadro della strategia—Europa 2020—dei programmi esistenti e dei meccanismi di agevolazione finanziaria dell’U.E.

3) Nell’arco di tempo 2013/2018 si procede alla formalizzazione della Macroregione mediterranea che nomina, all’unanimità, il Difensore Civico campano, quale amministrazione pubblica procedente.

4) Nel periodo 2018/2019, viene istituita la sede con la relativa Segreteria Organizzativa della Macroregione Mediterranea.

Nello scenario internazionale si colloca oggi da prossima Protagonista la Macroregione Mediterranea, sia per mantenere la coesione sociale e lottare contro i cambiamenti climatici, sia ai fini di individuare politiche di intervento corretto che incidano nei più diversi settori economici, in cui si riscontrano forti cambiamenti nelle economie di sviluppo, riguardo alle quali l’Italia è configurata geograficamente come area di produzione con strutture di P.M.I. e area di consumi rispetto al mercato di scambi soprattutto del Mediterraneo. Per la sua posizione strategica, I’Italia deve puntare al ruolo di cerniera dei due grandi blocchi geografici costituiti dall’Europa e dall’Africa mediterranea. La Macroregione Mediterranea è l’istituzione destinata a svolgere questo ruolo fondamentale con nuovi modelli concettuali ed operativi, in una rinnovata politica economica che veda prospettive di sviluppo, per il benessere economico e sociale delle popolazioni. In tale quadro riveste una grande rilevanza un processo di analisi approfondita dei problemi di accessibilità dei territori e di connettività delle reti. Lo sviluppo in termini di efficacia e efficienza dei componenti delle infrastrutture complesse (reti energetiche, reti dei servizi complessi, sanità, ricerca, alta formazione ecc.), deve costituire l’obiettivo delle nuove politiche di intervento della zona Euro-Mediterranea, che è l’area del cambiamento in quanto zona di libero scambio degli Stati membri dell’Unione Europea ed i paesi del Mediterraneo del Sud: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano Marocco, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia, Turchia, Cipro e Malta.

Nell’ottica di tale sviluppo va privilegiata, come volano politico della Macroregione Mediterranea, una visione alta del futuro dell’Industria dell’Italia e del continente europeo, tenendo ben ferma la capacità di contribuire alla crescita e alla valorizzazione dei territori e delle regioni interessati. In sostanza, l’industria va considerata e incrementata quale tramite di riscrittura della geografia territoriale, avendo come stella polare del suo percorso di sviluppo, la valorizzazione del patrimonio naturale e storico-culturale dei territori coinvolti nel cambiamento.

Si tratta di affrontare l’impegno connesso a un nuovo progetto geo-politico capace di posizionare l’Italia e l’Europa nel Mediterraneo, per fronteggiare la sfida che si gioca soprattutto nel continente africano. L’orizzonte politico di queste problematiche supera qualsiasi riferimento a dialettiche storico-sociali relative alle ben note Questione Settentrionale e Questione Meridionale, occorrendo privilegiare le più opportune riflessioni sulle connessioni esistenti nel tessuto sociale per storia, cultura e tradizioni.

Con grande e lungimirante visione politica, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 28 febbraio 2019, in occasione dell’inaugurazione dell’anno di presidenza italiana dell’Eusalp, la strategia della Macroregione Alpina, ebbe a fare le seguenti solenni dichiarazioni: << l’Europa trova espressione nelle cooperazioni territoriali e le macro-regioni che così si configurano, oltre a riprendere il cammino della storia dei popoli, facilitano il superamento della dialettica tra centro e periferie e consentono a una pluralità di soggetti, inclusi Stati non membri dell’Unione europea, di lavorare in stretto accordo, per offrire risposte concrete ai bisogni delle popolazioni di aree geografiche che travalicano i confini tradizionali >>.

Questo è anche l’auspicio per il celere avvio, in tempi ormai prossimi e non più rinviabili, dell’approvazione della strategia della Macroregione Mediterranea EUSMED (European Union Strategy For Mediterranean Region), che consentirà di mettere a fuoco e perseguire, in via principale e prioritaria, gli obiettivi di sviluppo dell’economia verde e blu economy, del turismo, dell’istruzione, cultura, ricerca e innovazione, e della salute e salubrità.

Tali obiettivi vanno inquadrati in una rinnovata politica di cooperazione e sviluppo, sostenuta con fondi europei, perché rappresentano l’opportunità di raggiungere una mediterranea coesione territoriale, sociale ed economica. Da sottolineare in proposito l’importanza di tale cooperazione, ai fini di prevenire i conflitti e rischi per la sicurezza delle popolazioni.

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