La chirurgia ha le sue regole di reparto. Hai scelto di fare l’intervento altrove e non nella tua ASL di appartenenza? E allora fatti curare là.
Praticamente per gli utenti della ASL che decidono di fare l’intervento dove tutto funziona “ meglio” e non dove hanno fatto il primo accesso nasce un grave problema.
Il cosi detto post intervento diviene così difficoltoso.
L’assistenza sanitaria in loco, che i convalescenti immaginavano di ricevere nel paese di residenza, non è garantita.
L’aspettativa di cura esplode come una bolla di sapone. La motivazione? Il reparto dice: “Fatti fasciare dove hai fatto l’intervento”, lasciando spesso sotto shock il paziente dolorante.
Infezioni, depressione, rabbia si fanno strada.
L’ASL che ha incassato i soldi per l’intervento, si curi anche del post operatorio.
Il SS lascia libera scelta di cura al paziente.
Ma la scelta si ritorce irragionevolmente a discapito dell’ utente.
Bisogna tornare dove si è fatto l’intervento per cambiare la medicazione: prendi un volo Low-cost, il mezzo pubblico, un taxi o in auto, magari accompagnato da un parente o amico, per trovarsi nel traffico sull’autostrada. Rabbrividiamo.
Come al solito, nessuno è responsabile o si sente responsabile. Immaginate il paziente durante il viaggio dolorante e stanco.
Il sistema sanitario aggiunge sofferenza su sofferenza. Ora basta!
Nicola Vorraro
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