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MALAGIUSTIZIA

LA PIAGA DELLA MALAGIUSTIZIA, TRA AGGRESSIONI E DISORGANIZZAZIONE,

LEDE I DIRITTI DEI CITTADINI E COMPROMETTE LA FIDUCIA NELLE ISITITUZIONI.

La sicurezza giudiziaria è un tema di rilevanza cruciale nel contesto del diritto costituzionale.

Se da un lato il sistema giudiziario ha l’obbligo di garantire la tutela dei diritti dei Cittadini, dall’altro è indispensabile che lo stesso ambiente in cui la giustizia viene amministrata sia sicuro e protetto, a beneficio non solo dei giudici, degli avvocati e del personale di supporto, ma anche degli utenti del servizio.

L’articolo 111 della Costituzione italiana, che garantisce il giusto processo e l’effettività della tutela giurisdizionale, non può essere letto isolatamente rispetto al tema della sicurezza. Senza un ambiente sicuro, infatti, il diritto a un giusto processo rischia di essere compromesso e quando gli uffici non sono in grado di garantire l’ordine e la sicurezza, si mina la fiducia dei Cittadini nelle istituzioni.

 

LA NORMATIVA SULLA SICUREZZA NEGLI UFFICI GIUDIZIARI: OBBLIGHI E LACUNE

Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 230/2000 stabilisce che gli organi giudiziari devono adottare misure adeguate a garantire la sicurezza degli spazi in cui si svolgono le attività giudiziarie.

Tuttavia, l’applicazione della normativa lascia molto spesso a desiderare!

In particolare, gli uffici del giudice di pace, che si occupano di un vasto numero di cause civili e penali, sono esclusi da una rigorosa implementazione delle misure di sicurezza previste per i tribunali di grado superiore. Questo vuoto normativo ha permesso che emergessero gravi lacune, specialmente dove gli uffici del giudice di pace gestiscono, sotto grande pressioni, volumi di lavoro particolarmente elevati.

 

LE CRITICITA’ DEL SISTEMA GIUDIZIARIO

Ben vero, negli ultimi anni, proprio gli uffici del giudice di pace hanno mostrato una serie di criticità legate alla mancanza di controlli sistematici sugli ingressi e alla sicurezza generale, il che ha determinato, in alcune Regioni, gravi episodi di minacce e violenza sovente in danno degli operatori della giustizia, soprattutto nell’ambito dei processi aventi ad oggetto sinistri fraudolenti e allorché avvocati e giudici, nell’adempiere con decoro e professionalità al loro ufficio, hanno posto in essere quanto di loro competenza per affermare il principio della legalità.

A tal proposito non può essere taciuto un gravissimo episodio, ultimo in ordine di tempo, che si è verificato lo scorso 25 ottobre 2024 presso l’ufficio del Giudice di Pace di Barra, in Napoli, ove un magistrato onorario, ivi attivo, è stato aggredito nel compimento del proprio dovere da un individuo che, con l’intento di testimoniare in luogo di altri, ha presentato un documento d’identità del tutto falso.

Il Giudice, la dott.ssa Antonella Giugliano, con un encomiabile senso del dovere, ha immediatamente scoperto il falso e, all’atto di riportare tempestivamente il tutto a verbale, s’è vista strappare di mano con veemenza il documento presentatole, gesto che le ha causato la distorsione di un dito: l’intento dell’aggressore era, infatti, quello di far sparire la prova inconfutabile del proprio misfatto.

Dopo i fatti, il giudice si è dovuta presso la stazione dei Carabinieri vicina per sporgere denuncia contro l’aggressore. Se, invece, come è necessario in talune situazioni,si fosse garantita la presenza delle FF.OO. presso gli Uffici del GDP, si sarebbe potuto procedere perlomeno all’identificazione del responsabile. La vicenda – che ha portato a due distinte denunce nei confronti dell’individuo, una per il reato di falso, relativa al documento falso presentato, e una seconda per aggressione e lesione personale – dimostra che occorrono urgenti provvedimenti per garantire la sicurezza.

L’ episodio appena riferito rimanda immediatamente ad un’altra grave problematica che attaglia il nostro sistema giudiziario e che concerne i falsi testimoni. In una cospicua pluralità di casi, invero, non vi è alcun effettivo controllo sulla identità dei testimoni e sullo svolgimento delle prove orali che vengono in talune località espletate in chiaro spregio a quanto previsto dal codice di rito: senza la presenza del Giudice o dei Cancellieri, nei corridoi od in luoghi appartati (se non addirittura tramite l’utilizzo dei cellulari), prassi questa che inquina irrimediabilmente il materiale probatorio e, in più, viola la normativa – nazionale ed eurounitaria – in tema di riservatezza.

Risulta, a questo punto, doveroso riportare quanto avvenuto di recente innanzi al Giudice di Pace di Marigliano, nel Circondario di Nola. Qui un avvocato, dopo aver richiesto l’escussione dei testi alla presenza del Giudice, del Cancelliere e dei Difensori, con redazione del verbale a cura del secondo, s’è visto opporre un fermo ed inescusabile, quanto illegittimo, diniego.

Ma non si trascuri neanche in talune località il frequente esercizio abusivo della professione forense ad opera di chi, complice la mancanza di controlli e la distrazione o negligenza di alcuni giudici onorari, che non si premurano nemmeno di controllare i tesserini dell’Ordine, accedono alle aule di udienza e patrocinano nei processi senza averne il titolo.

A fronte di episodi di palese illegalità, violenza o di minacce presso gli uffici del giudice di pace, più volte sono stati compulsati gli organi e le autorità competenti ad adottare misure decisive senza tuttavia sortire, ad oggi, effetti risolutivi.

 

RIFLESSIONI CONCLUSIVE: LA NECESSITÀ DI INTERVENTI E DI RIFORME

Le istituzioni devono rispondere non solo con misure temporanee, ma con un ripensamento sistematico della gestione della sicurezza nelle aule giudiziarie!

L’ esercizio della Giustizia è, infatti, di fondamentale importanza per la tutela dei diritti delle persone e delle imprese, comportando anche ruschi specifici in ciascun campo.

Nel settore assicurativo, ad esempio (ma possiamo ben vedere analogamente in ciascun campo), le criticità creano un danno alla collettività sotto tre aspetti:

– tempi più lunghi per la definizione del contenzioso;

– minore prevenzione e contrasto dei fenomeni fraudolenti;

– maggiori costi medi dei sinistri, con aumento per tutti dei premi r.c.auto.

La difesa di chi svolge onestamente il proprio lavoro di Giudice e di Avvocato è un Valore per tutta la Società Civile. Tale Valore deve essere tutelato dalle Istituzioni ma anche da parte dei corpi sociali intermedi, a partire dai Consigli degli Ordini degli Avvocati. Pertanto, è di prioritario interesse coinvolgere le autorità centrali, le istituzioni locali e la Società Civile tutta di cui Civicrazia è indiscussamente la Punta più avanzata e consapevole.

Le urgenti riforme devono includere non solo l’implementazione di tecnologie più avanzate, ma anche la formazione costante del personale giudiziario e della sicurezza, affinché siano in grado di gestire situazioni di emergenza e di riconoscere tempestivamente potenziali minacce.

Solo attraverso un’azione determinata sarà possibile garantire che questi uffici siano sicuri e in grado di offrire in Italia un servizio di giustizia adeguato ai principi costituzionali, della normativa europea e del Terzo Pilastro (Human Rights) della Macroregione Mediterranea.

Civicrazia, pertanto, rivolge alle Istituzioni interessate, segnatamente al Ministero della Giustizia, al Governo, al Parlamento, al Consiglio Superiore della Magistratura, ai Presidenti delle Corti d’Appello, ai Presidenti dei Tribunali, al Consiglio Nazionale Forense ed ai Consigli degli Ordini degli Avvocati un accorato appello a fare cessare l’indicata malagiustizia e a porre subito rimedio alle criticità sopra evidenziate, prevedendo misure tese a:

assicurare un effettivo presidio di sicurezza negli Uffici giudiziari, che abbia cura d’identificare con accuratezza chi vi accede e di verificare – anche con l’ausilio dei Giudici – se chi verbalizza o patrocina sia effettivamente avvocato (evitando, altresì, che le prove testimoniali siano espletate nei corridoi, alla mercé di tutti, senza che il Magistrato ed il Cancelliere sovrintendano alle operazioni) e, nelle more, decretare la chiusura temporanea dei mandamenti ove si registrano le maggiori problematiche;
costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali aventi ad oggetto aggressioni perpetrate verso Magistrati, Avvocati e Personale, poiché l’agire criminoso perpetrato da taluni lede l’immagine delle anzidette categorie professionali;
eseguire in tempi brevi gli interventi necessari a far sì che nei Palazzi di Giustizia si lavori senza tensione e, soprattutto, in ambienti salubri;

Riccardo Vizzino, Avvocato,

Responsabile Nazionale di Civicrazia contro le truffe assicurative

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