E’ finalmente in esame l’obbligo di presentare un documento d’identità per accedere ai social e di adottare come misura il divieto di utilizzo dei social ai minori di 16 anni, anche per contrastare fenomeni come il cyberbullismo e la violenza on line.
Già a settembre scorso una petizione era stata presentata dallo psicoterapeuta Alberto Pellai e dal pedagogista Daniele Novara per vietare gli smartphone ai ragazzi minori di 14 anni. Ormai emerge finalmente anche nelle sedi istituzionali che l’utilizzo del telefono cellulare non favorisce la capacità di concentrazione, la memorizzazione e la creatività soprattutto nei giovani. Limitare l’uso dei cellulari a scuola è essenziale per garantire un ambiente educativo più sano e produttivo per gli studenti. Inoltre, l’anonimato che caratterizza molte interazioni online incoraggia comportamenti dannosi.
Le piattaforme social offrono una copertura dietro cui alcuni utenti si sentono autorizzati a denigrare e insultare impunemente, spesso utilizzando profili falsi.
L’attenzione al tema riveste oramai anche un carattere internazionale. Infatti, al prossimo Consiglio europeo, in programma per il 25 novembre, verrà portato proprio il tema dell’uso dei cellulari nelle scuole. Molti Paesi stanno già adottando misure per ridurre l’uso degli smartphone tra gli studenti più giovani.
POTENZIALI DANNI ALLA PARTE EMOTIVA DEL CERVELLO DEI RAGAZZI PER USO ECCESSIVO DI SMARTPHONE
Come sostengono gli psicologici dell’età evolutiva, tra gli 11 e i 14 anni, il funzionamento della parte emotiva del cervello di un adolescente è potentissimo.
In età evolutiva l’utilizzo dello smartphone condiziona quattro aspetti che vengono fortemente sviluppati nella vita online: la deprivazione di sonno, la deprivazione sociale, la frammentazione dell’attenzione, la stimolazione a fare sempre più cose nella vita virtuale senza riuscire a smettere.
Il cervello per svilupparsi e strutturarsi bene ha bisogno di stare di più nella vita reale.
Chi entra nei social media prima dei 16 anni sviluppa un’ansia performativa, una riduzione dell’autostima e un senso di inadeguatezza rispetto alla propria immagine. Non possiamo più non dire che i social media non rappresentano un fattore di rischio per la salute degli adolescenti.
Non si tratta di vietare; si tratta piuttosto di raccomandare e di limitarne l’eccesso in certi contesti, evidenziando precisamente le ragioni dei benefici che se ne ricavano.
Annunziata Patrizia Difonte, Medico
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