Il fenomeno della violenza negli stadi presenta radici ataviche. Basta sfogliare le pagine dei nostri quotidiani per rendersi conto di come gli arbitri, le forze dell’ordine o gli stessi tifosi, spesso, divengano oggetto di aggressioni di vario genere. Civicrazia, si prefigge tanti nobili obiettivi. Ed al centro del suo programma pone il Cittadino, nel rispetto dei propri diritti e del suo ruolo sociale.
ALL’ESTERO
Le misure adottate all’estero, circa tale problematica, sono molto più ferme Basti pensare che in Inghilterra manifestazioni come: cori razzisti, invasioni di campo, atti di violenza negli stadi costituiscono reato. E sono punibili con la reclusione fino a cinque anni. Il modello spagnolo, invece, è simile a quello italiano. Ma anche in questo caso sono state adottate misure restrittive.
Ricordate il caso di quel tifoso che nel lontano 2014, per avere lanciato la banana a Dani Alves durante la partita Villareal – Barcellona, venne arrestato e bandito a vita dalle partite casalinghe mentre la società del Villareal ricevette una multa pari a 12.000 euro.
IN ITALIA
In Italia?
Civicrazia, da sempre, è impegnata nella battaglia contro la violenza negli stadi. La Coalizione di Associazioni, infatti, manifesta la propria solidarietà e vicinanza agli arbitri, i giocatori ed i tifosi, che con tutto il “sano” mondo sportivo desiderano bloccare fenomeni di violenza così da garantire la massima sicurezza, il migliore divertimento e le più eccellenti prestazioni sportive.
Le iniziative messe in campo per la realizzazione di quello che si presenta come un grande progetto, che parte dal basso, sono numerose ed articolate. Basti pensare che la realtà civicratica coinvolge oltre 4700 associazioni, che costantemente si impegnano al fine che il potere pubblico sia realmente nelle mani del cittadino.
E non è un caso che sia stato attivato ed è da tempo proficuamente in funzione anche lo Sportello telematico a disposizione di quest’ultimo. In questo modo, tutti potranno essere messi a conoscenza dei propri diritti e farli valere.
PER UN MODELLO SENZA VIOLENZA
La battaglia contro la violenza negli stadi, ergo, si inquadra perfettamente in quello che è un progetto rivoluzionario e molto più ampio, finalizzato a sottrarre il potere ad apparati clientelari ed oligarchici per rinnovare la più nobile democrazia. Una democrazia, reale, meritocratica, partecipata, e quanto più vicina al “Demos” greco quanto al concetto di “Res Publica”.
Un modello senza violenza.
Valeria Garbin, Giornalista
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