L’Esercito Italiano è sufficientemente moderno e meccanizzato?
Potrebbe sopportare uno scontro bellico secondo gli attuali dettami tattici?
Vi è una evidente difficoltà nella preparazione di personale highly spec, non adatto a operazioni combat, ma solo di paece-keeping: (Afghanistan 2001), (Bosnia 90/2000).
In un mondo dominato da guerre ibride e asimmetriche, l’esercito italiano stenta a evolversi e ad ammodernarsi.
NUOVI ARMAMENTI
Nell’ apparato meccanizzato l’Italia si rivela in uno stato di svantaggio abissale rispetto ad altre potenze.
Con soli 200 carri MBA (main-battle tanks), di produzione italiana, gli Ariete C1, sviluppati dal consorzio Iveco-OTO Melara nel 1984, entrati in servizio effettivo nel 1995, sono dei carri che hanno difficoltà a rimanere al passo con i tempi.
Cannone da 120 mm sviluppato da OTO-Breda, motore turbo diesel Iveco e sistema di corazza dello scafo e torretta in acciaio e materiali compositi, simili a Challenger-1 e M1-Abrams, ma visto lo squilibrio di peso, l’ ariete è meno corazzato nella parte laterale dello scafo, corazzato in seguito grazie a una corazza in materiali compositi, mentre in carri come questi sopracitati o anche nel Leclerc francese, che sono in grado di sparare con precisione anche ai 40 km/h, l’ ariete deve decelerare ai 20 km/h per poter avere un tiro pulito. L’ ariete è il vero tallone d’achille italiano e punta ad essere messo in disuso nel 2030.
Per far fronte a questo problema, il Ministero della difesa ha stanziato 8,24 miliardi di euro per acquistare Leopard 2 A8, insieme ad altri blindati altamente specializzati ma è evidentemente ancora insufficiente.
GEOPOLITICA DEGLI ARMAMENTI
Secondo Military Balance 2021, realizzato dall’International Institute of Strategic Studies, la Francia nel 2020 ha speso 48,1 miliardi di euro per le proprie forze armate, il Regno Unito 53,6 miliardi di euro e la Germania 46,8 miliardi di euro.
Per poter fare un paragone obiettivo, occorre analizzare anche il numero degli uomini che compongono gli strumenti militari di questi Paesi: la Francia dispone di 203.250 uomini in servizio attivo (componente terrestre 114.700, componente navale 34.7000, componente aerea 40.450, altro personale di staff 13.400); il Regno Unito dispone di 148.500 uomini in servizio attivo (componente terrestre 82.650, componente navale 33.050, componente aerea 32.800); la Germania dispone di 183.500 uomini in servizio attivo (componente terrestre 63.000, componente navale 16.600, componente aerea 27.600, componente di supporto interforze 27.800, componente medica interforze 19.000, componente cibernetica 13.300, altro personale 15.000). L’Italia spende, nel 2021, 22,3 miliardi di euro per 148.500 uomini in servizio attivo.
La Francia ha speso, nel 2020, 46,8 miliardi di euro – vale a dire più del doppio di quanto l’Italia prevede di spendere per il 2021 – per 203.250 uomini in servizio attivo, mentre il Regno Unito ha speso 53,6 miliardi di euro per 148.500 uomini in servizio attivo. La nuova legge di bilancio da 25,7 a 26,5 miliardi di euro.
Le Forze Armate italiane, per conto loro, contavano, nel 2020, 165.500 uomini (Esercito Italiano 96.700, Marina Militare 28.850, Aeronautica Militare 39.950).
I numeri evidenziano da soli l’inadeguatezza della spesa militare in Italia.
DIRITTI DEI MILITARI
Oltre la mancata attenzione sul necessario ammodernamento tecnologico, in Italia vi è scarsa attenzione ai diritti dei militari.
– I militari esposti ad amianto o ad altri cancerogeni nello svolgimento delle loro mansioni di servizio, hanno diritto al risarcimento dei danni.
– Occorre che il riconoscimento dello status di vittima del dovere sia pienamente equiparato al riconoscimento delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
– Riconoscimento celere e pienamente soddisfacente di ogni causa di servizio.
Inoltre occorre stabilire:
– speciale elargizione per attività militare;
– assegno mensile vitalizio per l’importo di €500,00, in luogo del minor importo di €258,23, per effetto della equiparazione alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
– speciale assegno vitalizio, per l’importo di €1.033,00, con decorrenza dal 02/05/1992;
– incremento della retribuzione pensionabile di una quota del 7,5%, ai fini della pensione e dell’indennità di fine rapporto, o altro trattamento equipollente (pensioni militari esercito);
– aumento figurativo di 10 anni di versamenti contributivi ai fini della pensione e della buona uscita;
– esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
– diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad altra categoria di soggetti e con preferenza a parità di titoli.+;
– borse di studio esenti da imposizione fiscale;
– esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, estesa anche ai medicinali di fascia C e anche in favore dei familiari;
– assistenza psicologica a carico dello Stato;
– esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici.
Raffaele Di Benedetto
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