Negli ultimi anni, i “Gratta e Vinci” sono diventati un fenomeno diffuso in Italia, rappresentando un punto d’incontro tra il gioco d’azzardo e la quotidianità. Ma cosa si cela dietro la patina di promesse milionarie e la semplicità del gesto che porta al sogno di una svolta? Esaminiamo il sistema che alimenta illusioni, genera dipendenze e sfrutta strategie di marketing spesso ai limiti della legalità.
Le probabilità di vincita: Ciò che non viene detto
La normativa italiana impone che su ogni biglietto dei “Gratta e Vinci” sia riportata la probabilità di vincita. Tuttavia, questa informazione è spesso scritta in caratteri minuscoli e relegata sul retro, risultando di difficile comprensione per il consumatore medio.
Le probabilità di aggiudicarsi i premi più alti sono infatti irrisorie.
Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la probabilità di vincere un premio milionario si aggira intorno a 1 su 3.000.000. Per fare un confronto, la probabilità di essere colpiti da un fulmine nel corso della vita è circa 1 su 500.000. E’ chiaro quanto siano sfavorevoli le chances di vittoria nei “Gratta e Vinci”?
Prendiamo come esempio i biglietti più diffusi, come “Miliardario” e “Turista per sempre”. Nel primo caso, le probabilità di vincere un premio significativo (oltre i 100 euro) sono inferiori a 1 su 2.000, mentre per il secondo, il sogno di ricevere una rendita vitalizia è riservato a un fortunato giocatore su diversi milioni. Questi numeri, spesso taciuti o difficili da reperire, sono fondamentali per comprendere la reale natura del gioco.
Questo squilibrio tra la percezione del consumatore e la realtà statistica configura un problema di trasparenza, che potrebbe rientrare nella disciplina delle pratiche commerciali scorrette ai sensi del Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005). L’articolo 21 del Codice, infatti, vieta le pratiche ingannevoli che possono indurre in errore il consumatore medio. Un intervento normativo potrebbe rendere obbligatorio l’inserimento di grafici esplicativi o messaggi chiari che illustrino la distribuzione effettiva dei premi, aumentando così la consapevolezza del giocatore.
Ludopatia e Fasce d’Età
La ludopatia è una vera e propria emergenza sociale, riconosciuta come patologia dal Sistema Sanitario Nazionale. Secondo il rapporto annuale dell’Istituto Superiore di Sanità, la fascia più colpita comprende individui tra i 35 e i 55 anni, con circa il 5% della popolazione adulta che presenta sintomi di dipendenza da gioco. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato un preoccupante aumento di casi tra i giovani e gli anziani.
Tra i minori di 25 anni, si stima che circa il 3% abbia già manifestato comportamenti problematici legati al gioco, mentre tra gli over 65 l’incidenza è aumentata del 20% rispetto al decennio precedente.
Per quanto riguarda la spesa media mensile, il citato rapporto evidenzia che un giocatore patologico spende circa 300 euro al mese, con picchi di oltre 500 euro in alcune regioni del Sud Italia. La semplicità del “Gratta e Vinci” lo rende un’attrattiva immediata e pericolosa, soprattutto per le categorie più vulnerabili, che spesso vedono in questi giochi una speranza illusoria di migliorare la propria condizione economica.
Interviste condotte con operatori del settore e giocatori mostrano uno scenario drammatico: molti anziani si indebitano, rinunciando a beni essenziali pur di continuare a giocare, nella convinzione che “prima o poi la fortuna cambierà”. Anche tra i giovani, desiderosi di guadagni facili, il “Miliardario” risulta essere tra i giochi più attrattivi, spesso acquistato in massa con prestiti ottenuti da familiari o amici. Per le badanti, si registra un fenomeno simile: non è raro che utilizzino parte delle loro retribuzioni o addirittura chiedano anticipi per inseguire il sogno di una vincita.
Le campagne di prevenzione, pur previste dalla normativa (ad esempio, la Legge 189/2012, che regola la pubblicità dei giochi con vincite in denaro), sembrano insufficienti. La mancanza di un divieto assoluto di pubblicità, come avvenuto per i tabacchi, lascia ampi margini di azione alle società di gioco d’azzardo.
Pubblicità INGANNEVOLE nei PUNTI VENDITA : Adescamento o Legittima Promozione?
“Qui vinti 10.000 euro!” Questo genere di cartelli, spesso esposti fuori dai tabaccai, è una strategia di marketing mirata a stimolare la curiosità e l’emulazione. Tuttavia, queste pratiche potrebbero rientrare nelle violazioni delle norme previste dal Decreto Balduzzi (D.L. 158/2012), che regola la pubblicità del gioco e impone messaggi di avvertimento sui rischi connessi.
Un caso emblematico è stato quello di una tabaccheria di Napoli, sanzionata nel 2023 per aver esposto pubblicità senza i dovuti avvertimenti, configurando una pratica commerciale ingannevole ai sensi del Codice del Consumo. In un caso di Roma e in un caso di Milano le autorità hanno evidenziato come l’assenza di controlli regolari contribuisca a perpetuare queste condotte.
Una sentenza del TAR Lazio ha stabilito che l’esposizione di messaggi pubblicitari nei tabaccai deve rispettare i principi di chiarezza e trasparenza, pena l’annullamento dell’autorizzazione amministrativa per l’esercizio dell’attività. Tuttavia la mancanza di una normativa uniforme lascia spazio a interpretazioni divergenti.
Il controllo su queste attività rimane limitato. La scarsa vigilanza alimenta un circolo vizioso in cui il tabaccaio diventa, spesso inconsapevolmente, complice di un sistema che sfrutta la fragilità dei giocatori.
Civicrazia chiede un intervento normativo più incisivo, prevedendo l’obbligo di registrare ogni campagna pubblicitaria in un registro centralizzato gestito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con verifiche periodiche obbligatorie.
Il Contratto Aleatorio e i “Gratta e Vinci”
Dal punto di vista giuridico, il “Gratta e Vinci” rientra nella categoria del contratto aleatorio, disciplinato dall’articolo 1467 del Codice Civile. Questo tipo di contratto è caratterizzato dall’incertezza del vantaggio economico per una delle parti, che dipende da un evento futuro e incerto. Nel caso dei “Gratta e Vinci”, il giocatore accetta consapevolmente di acquistare un biglietto senza alcuna garanzia di vincita, affidandosi alla sorte.
Nello specifico la consapevolezza è spesso compromessa dalla comunicazione ingannevole e dalla mancata trasparenza, elementi che potrebbero rendere il contratto contestabile per vizio del consenso. Ad esempio, in una controversia discussa presso il Tribunale di Torino, un gruppo di consumatori ha contestato una serie di messaggi pubblicitari che enfatizzavano le vincite senza fornire informazioni chiare sulle probabilità reali. Il giudice torinese ha giustamente riconosciuto che la scarsa trasparenza nei messaggi promozionali configurava una violazione del Codice del Consumo.
Un altro esempio significativo è rappresentato dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, che in una sentenza del 2022 ha confermato la legittimità di un provvedimento dell’AGCM contro una società di gioco d’azzardo. La sentenza ha sottolineato come l’equilibrio contrattuale sia messo a rischio quando le informazioni determinanti per il consenso sono volutamente oscurate o minimizzate.
Una “restituzione” che non restituisce
I giocatori del Gratta&Vinci, per legge, hanno diritto a una quota chiamata “restituzione”. E’ la percentuale degli incassi destinata ai premi. In realtà in questa “restituzione” non c’è alcuna vincita in quanto il giocatore con tale “vincita” altro non fa se non recuperare quanto speso ovvero non avrà alcun tipo di incremento patrimoniale. La percentuale di “restituzione” delle diverse lotterie, non comunicata ai giocatori, è costituita per circa il 40% (qui il circa è d’obbligo) da premi che tali non sono, essendo dello stesso importo del prezzo del biglietto, snaturando così, anche giuridicamente, l’essenza della lotteria.
Conseguito uno di questi pseudo-premi, il giocatore non avrà altra scelta che rigiocare, con elevate possibilità di perdere la somma giocata e, comunque, ripetendo la giocata con i rischi che questo può comportare, spingendo verso il gioco patologico. Il giocatore al momento di acquisto del biglietto non sa quali premi ci siano ancora in palio, mente il tabacchino che è a conoscenza di quante vincite ci sono già state continua a vendere i propri biglietti con la consapevolezza, sia dello stesso sia dello Stato e dell’AAMS, che il malcapitato non vincerà nulla.
Le strategie di marketing: un incentivo malsano
Le strategie di promozione dei gratta e vinci sono studiate per stimolare l’acquisto impulsivo, facendo leva su emozioni come la speranza e l’ansia. Uno degli strumenti principali è la pubblicità ingannevole: frasi come “Puoi vincere fino a 500.000 euro!” catturano l’attenzione, ma omettono dettagli fondamentali, come le bassissime probabilità di vittoria. Solo un’attenta lettura delle avvertenze, spesso in caratteri minuscoli, rivela che le probabilità di vincere premi rilevanti sono proprio irrisorie.
Un altro espediente è la creazione di un’illusione di vittoria: molti biglietti contengono premi minimi (pari al costo del biglietto) che incentivano il giocatore a reinvestire immediatamente il denaro in nuovi ticket. Questo ciclo perpetuo sfrutta la tendenza psicologica a considerare il reinvestimento come una nuova possibilità di restare nel gioco.
Un ulteriore meccanismo è il cosiddetto “near miss” (“quasi vittoria”), in cui il biglietto presenta simboli o numeri molto simili a quelli vincenti, ma non sufficienti per ottenere un premio. Questo stratagemma sfrutta la reazione psicologica del giocatore che percepisce di essere “vicino” al successo, spingendolo a tentare nuovamente. Inoltre, l’utilizzo di colori vivaci, grafiche accattivanti e tematiche popolari (ad esempio, sport, vacanze o festività) contribuisce a rendere il prodotto più desiderabile, soprattutto tra i giovani.
Infine, il posizionamento strategico dei biglietti è studiato per massimizzare l’attrattiva. Collocati vicino alla cassa, i gratta e vinci sono l’ultimo oggetto che il cliente vede prima di uscire dal negozio, sfruttando la tentazione dell’acquisto impulsivo. Spesso, i rivenditori suggeriscono l’acquisto con frasi come: “Provi questo, oggi porta fortuna!”, rafforzando l’illusione di un evento favorevole imminente.
Basti pensare che nulla viene detto circa la probabilità di vittoria, se non la probabilità iniziale: è questa la grande truffa! Infatti, la possibilità di vincere ciascuna delle somme indicate sul retro del biglietto dovrebbe essere aggiornata costantemente e gli esercenti che si occupano della vendita dei fantomatici ticket fortunati dovrebbero aggiornare il malcapitato ogni qual volta venga venduto un biglietto vincente!
Gli obblighi dello Stato e dell’AAMS: verso una maggiore trasparenza
Un aspetto spesso sottovalutato è il ruolo che l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (AAMS) e lo Stato dovrebbero assumere per garantire un sistema più trasparente e responsabile nella gestione dei gratta e vinci.
Un passo fondamentale verso una maggiore tutela del consumatore sarebbe l’introduzione di un sistema obbligatorio di aggiornamento in tempo reale sul sito ufficiale dell’AAMS e dei PUNTI VENDITA, includendo:
– Elenco dei biglietti venduti e vincenti: Ogni serie di gratta e vinci dovrebbe essere costantemente monitorata, con informazioni pubbliche sul numero totale di biglietti emessi, quelli già venduti e quelli risultati vincenti;
– Ritiro dei biglietti dal commercio: Una volta assegnati i premi più alti di una serie, i biglietti rimanenti dovrebbero essere immediatamente ritirati dal mercato per evitare che i consumatori acquistino biglietti senza alcuna possibilità di vincere i premi principali;
– Statistiche aggiornate sulle probabilità di vincita: Ogni variazione nelle probabilità di vittoria dovrebbe essere comunicata chiaramente attraverso canali ufficiali e riportata sui biglietti stessi.
Questi obblighi, proposti da Civicrazia, se implementati, ridurrebbero significativamente le pratiche ingannevoli e restituirebbero ai consumatori un maggiore controllo sulle loro scelte. Inoltre, un monitoraggio più stringente da parte dello Stato scoraggerebbe comportamenti compulsivi, garantendo che il gioco d’azzardo rimanga un passatempo e non un rischio economico.
Soluzioni normative e pratiche
L’implementazione delle soluzioni proposte richiede una pianificazione dettagliata e un coordinamento tra diverse istituzioni. Ad esempio, migliorare l’accesso alle informazioni attraverso messaggi chiari e visibili sui biglietti, includendo le probabilità di vincita in maniera grafica e comprensibile, potrebbe rappresentare un primo passo per aumentare la consapevolezza dei consumatori.
Inoltre occorre una revisione della normativa pubblicitaria e vietare del tutto le campagne promozionali ingannevoli nei punti vendita, introducendo sanzioni più severe per i trasgressori. L’obbligo di un registro centralizzato per le campagne pubblicitarie, supervisionato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, garantirebbe una maggiore trasparenza e permetterebbe controlli più rigorosi.
Sul fronte della prevenzione, è necessario investire maggiormente in campagne educative, mirate soprattutto alle fasce più vulnerabili della popolazione. Collaborare con le scuole e le associazioni del territorio per sensibilizzare i giovani sui rischi del gioco d’azzardo potrebbe contribuire a ridurre il numero di nuovi casi di ludopatia.
Infine, una riforma complessiva del settore dovrebbe prevedere una maggiore responsabilità delle società concessionarie, imponendo loro di destinare una percentuale dei ricavi a programmi di prevenzione e recupero per i giocatori patologici. Un modello simile è stato adottato con successo in altri Paesi europei, dimostrando che un approccio integrato può limitare gli effetti negativi del gioco d’azzardo senza rinunciare del tutto alle entrate statali derivanti da questo settore.
Riccardo Vizzino, Avvocato,
Responsabile Nazionale di Civicrazia contro le truffe.
0 commenti