LA TESTIMONIANZA DEL CENTROCAMPISTA DELLA FIORENTINA EDOARDO BOVE
Edoardo Bove, il giovane centrocampista della Fiorentina, colpito da un malore, racconta pubblicamente il difficile percorso che sta affrontando dopo l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo.
Il giocatore ha parlato dell’affetto ricevuto, sottolineando quanto sia importante sostenere una persona durante la sua battaglia e non farla sentire sola e quanto la vicinanza data aiuti tantissimo. Bove ha espresso un sentimento di gratitudine che ha sottolineato più volte, consapevole che non tutti hanno la stessa fortuna: “Non tutti hanno la fortuna di avere qualcuno accanto nel superare i propri ostacoli. lo già so quanto sia difficile con un aiuto, immagino cosa significhi per chi si sente solo”.
IL CALCIO COME FORMA DI ESPRESSIONE E IL DOLORE
Edoardo ha espresso il dolore di chi si trova improvvisamente privato della propria passione: “Il calcio è la mia forma di espressione, senza non mi sento lo stesso, sento che mi manca qualcosa, come se un cantante non avesse la voce, mi sento come una persona che perde un grande amore.” Ha ammesso di vivere questo momento con alti e bassi, cercando di affrontarlo con coraggio: “Mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso, che mi fa star male e mi fa soffrire, ma so che mi servirà per il futuro.”
LA CONSAPEVOLEZZA DEL PERICOLO SCAMPATO
Edoardo ha ripercorso il risveglio in ospedale, senza alcun ricordo di quanto accaduto: “Mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo guardando le reazioni di familiari, amici, persone estranee che erano contente di vedermi mi sono reso conto che avevano avuto paura di perdermi.” Questo ha reso ancora più chiaro quanto fosse stato vicino a un destino ben più tragico.
L’IMPORTANZA DEL PRIMO SOCCORSO
Uno degli aspetti centrali della testimonianza di Edoardo è stato il ruolo determinante dei soccorsi tempestivi:
“Mi ritengo fortunato, perché per come sono andate le cose, tutto è successo nel posto giusto al momento giusto. In 13 minuti ero in ospedale”.
Un dettaglio che gli ha fatto comprendere la necessità di sensibilizzare su questo tema: “Purtroppo mi sono arrivate tante testimonianze di persone che hanno perso i propri cari perché non c’è stata prontezza nel soccorso. La linea tra la vita e la morte è sottile e dipendiamo anche da chi ci sta accanto, anche da perfetti sconosciuti. Se c’è più informazione sul primo soccorso, siamo tutti più al sicuro”
Edoardo rivolge un pensiero per chi si trova in difficoltà: “Sono grato perché a me è accaduto tutto in modo perfetto, ma voglio stare vicino a quelle persone che hanno perso dei cari per questo motivo”.
Un messaggio vibrante e chiaro che lascia in tutti un segno profondo.
L’INTERESSE AL BENE COMUNE E ALLA GIUSTIZIA
Ciò che maggiormente colpisce è il potente messaggio di vita trasmesso da un giovane che, nonostante un feroce attacco alla sua salute e alla sua passione, guarda avanti.
Le sue parole e il suo racconto devono fare riflettere sul senso di ingiustizia, su ciò che è giusto per tutti, soprattutto sul reale senso di battersi e per cosa e sul tesoro che è l’aiuto vero di chi si batte con te e per te.
A Edoardo, purtroppo, è stata strappata la sua sentita identità e cioè il suo sogno di essere calciatore. Questo lo addolora, ma guarda avanti mostrando gratitudine alle persone che gli rivolgono aiuto e battendosi per qualcosa di giusto. Edoardo ci ricorda l’importanza del primo soccorso, della tempestività, dell’accoglienza e di quel filo sottile che può essere tra la vita e la morte.
Tutti noi dobbiamo essere grati a Edoardo per le sue sentite parole e a chi si batte per qualcosa di giusto. Civicrazia è l’alleanza di coloro che si battono per qualcosa di giusto e vogliono uno Stato giusto e vicino.
Nonostante il male che regna, nonostante che siamo circondati da un sistema non basato sulla meritocrazia né sulla promozione di giustizia sociale, vi è chi si batte davvero per esserci sempre davanti al dolore, per l’integrità, per la partecipazione, per la meritocrazia e per la trasparenza nelle istituzioni, per i Diritti civili e sociali, per la protezione dell’ambiente, per l’Educazione Civicratica e cioè per aumentare la consapevolezza dei Cittadini sui propri diritti e sui propri doveri.
La storia del calciatore Edoardo Bove, come tante altre storie personali, aiuta a illustrare quant’è importante essere vicini, essere tempestivi, essere accurati, cercare nel prossimo che soffre il Bene comune e la Giustizia.
Annamaria Gelormini, Infermiera
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