La maggioranza delle aggressioni sul web avvengono tra adolescenti che si conoscono nella vita reale. Più si conosce l’aggressore, più l’adolescente trova difficile denunciare.
Oggi aumentano aggressioni contro i minori e diminuiscono le segnalazioni contro atti di cyberbullismo rispetto al boom raggiunto durante la pandemia.
Bisogna sviluppare massima attenzione.
Atti di cyberviolenza che figurano come reati
Alcuni fenomeni di cyberviolenza figurano come reato, altri vengono ricondotti ad esso. Il revenge porn è reato dal 2009 grazie all’art 612 ter del Codice Penale italiano. La diffusione non consensuale di materiale intimo, online e su gruppi Telegram/Whatsapp, è in crescita e coinvolge spesso minori. Inoltre, i contenuti espliciti possono essere utilizzati anche a scopo di estorsione, da qui il nome sextorsion.
Sono stati 2.702 casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, che hanno permesso di denunciare 1.131 adulti, di cui 108 tratti in arresto per reati connessi al tema degli abusi tecnomediati ai danni di minori. I siti visionati dal Centro sono stati 28.355, di cui 2.739 inseriti in black list e oscurati. Gli episodi di adescamento online riguardano la fascia d’età fino a 13 anni.
L’ultima analisi a fine 2023 ha previsto un focus su 7 gruppi su Telegramm con 331.837 messaggi coinvolti. La demografia è prevalentemente maschile (11-60 anni). Nei primi undici mesi del 2023 la Polizia Postale ha registrato 259 casi (183 denunciati da donne).
La manipolazione con fini pornografici cosiddetta deepnude costituisce il 90%-95% di tutti i contenuti falsificati e il 90% è costituito da porno che vittimizzano le donne, spesso ragazze minorenni.
Spesso gli adescatori hanno identità false (catfishing), favorendo il romance scam: profili falsi che instaurano un rapporto intimo con la vittima per truffa. Secondo gli ultimi dati di Cyber Guru, piattaforma di security awareness training, il 52% non distingue profili veri da quelli falsi e il 13% ha scambiato materiale con sconosciuti. Il pericolo è imbattersi in un cyber criminale capace di installare malware sul cellulare prendendo possesso dei dati personali.
Il catfishing può essere ricondotto al reato di sostituzione di persona o furto d’identità, disciplinati dall’art. 494 del codice penale. A febbraio, la dating app Bumble ha diffuso i primi dati di Deception Detecotor, un sistema che traccia profili falsi tramite l’AI: nei primi due mesi le segnalazioni si sono ridotte del 45%, bloccandone automaticamente il 95%.
Connessione continua dei giovani e degli adolescenti in rete.
La connessione continua dei ragazzi, spesso permette di sfuggire alla sorveglianza degli adulti
Prevenire diventa sempre più complicato. È necessario attivarsi con campagne di sensibilizzazione continue, affinchè il rischio dell’indifferenza e della vergogna venga superato
Necessità di una formazione sia nelle scuole che nelle famiglie
Occorre sviluppare la formazione. L’alfabetizzazione digitale è un elemento imprescindibile per chiunque nella società di oggi e a maggior ragione lo sarà nella società del futuro.
L’alfabetizzazione deve certamente riguardare i giovani e i giovanissimi. Occorre dotarli degli strumenti adeguati a comprendere in modo consapevole che se le nuove tecnologie e la rete offrono infinite possibilità di crescita e di apprendimento, così come opportunità sconosciute alle generazioni precedenti, nascondono anche insidie che possono rivelarsi molto pericolose, tanto per loro che per i loro coetanei.
Alfabetizzazione digitale. L’alfabetizzazione digitale, però, deve riguardare anche genitori e insegnanti; tutti quei gruppi sociali che, in un modo o in altro, assolvono un ruolo cruciale nello sviluppo cognitivo, comportamentale ed educativo dei giovani.
Questo processo può e deve contribuire a creare cittadini migliori e più consapevoli a ogni livello, siano essi adolescenti o genitori, educatori o professionisti.
L’uso delle tecnologie deve basarsi sul rispetto per sé e per gli altri.
Il progresso delle nuove tecnologie deve essere guidato dai valori fondanti del nostro vivere civile; deve basarsi sul rispetto per sé stessi e per gli altri, e non portare al fiorire di luoghi virtuali dove questi valori vengono sistematicamente violati e disattesi.
Alla luce di tutto questo, è assolutamente necessario iniziare a educare i fruitori dei servizi digitali a un utilizzo consapevole degli stessi, alla conoscenza dei nuovi strumenti di comunicazione che Internet e le piattaforme digitali ci mettono a disposizione, alle infinite potenzialità che ci offrono e alle tante insidie che possono nascondere, se utilizzate in modo inadeguato.
Oltre a questo intervento massivo sulla formazione e sull’educazione, è di primaria importanza operare anche a livello normativo, tenendo bene a mente gli obiettivi che si devono raggiungere.
Educazione Civica digitale, come strumento per formare gli utenti attivi del web. È, in buona sostanza, assolutamente necessario che famiglia e scuola formino i giovani in merito all“Educazione Civica Digitale”.
Oggi tutti accedono a Internet e oggi la rete fa a tutti gli effetti parte delle nostre vite, di cui permea moltissimi aspetti.
La “reputazione digitale” non è più un qualcosa che interessa solo marchi e aziende, come avveniva anni fa; è un qualcosa che riguarda tutti.
Le nuove generazioni vanno quindi istruite e accompagnate a un uso consapevole del web e dei formidabili mezzi tecnologici che hanno a disposizione, e per fare questo è necessario introdurre il concetto di Educazione Civica Digitale: un percorso formativo e didattico che possa dare ai giovani nozioni, informazioni e strumenti adeguati a utilizzare in modo consapevole i nuovi strumenti tecnologici e la rete.
L’Educazione Civica Digitale, chiaramente, deve rientrare a pieno titolo nell’ambito della Educazione Civica; deve presentarsi come “un’evoluzione al passo con i tempi” della stessa; un’evoluzione che tenga conto di come, oggi, “l’essere cittadino” passi anche e soprattutto per la rete e i social, visto che la maggioranza delle interazioni sociali tra le persone (soprattutto nell’ultimo periodo di lockdown forzato) si sono sviluppate proprio sul web, o con l’ausilio delle nuove tecnologie.
Non si è più agli albori della “società del web”, quando la rete si presentava a tutti gli effetti come un “luogo altro” dove navigare e interfacciarsi con gli altri utenti in modo vieppiù anonimo.
Ruolo fondamentale della famiglia e della scuola
Tramite l’Educazione Civica Digitale, sarà possibile formare i giovani, dare loro le competenze tecniche e la consapevolezza necessaria per vivere la rete secondo il suo pieno potenziale.
È chiaro quindi che l’Educazione Civica Digitale può diventare uno strumento formidabile per formare una generazione di “utenti attivi”, contrapposti ai fruitori passivi di contenuti presenti in rete.
Un comportamento responsabile e consapevole degli utenti, è bene ribadirlo ancora, avrà poi come fisiologica conseguenza quella di far sì che vengano sfruttate al meglio le infinite potenzialità che rete e web offrono, soprattutto alle nuove generazioni.
Per far sì che l’Educazione Civica Digitale riesca a formare in modo adeguato le nuove generazioni (e contemporaneamente non solo le nuove, perché potrebbe e dovrebbe formare anche le vecchie), è però necessaria una sinergia tra istituzioni, scuola, famiglie e professionalità specifiche, ovvero tutte quelle professionalità che, per lavoro, si occupano in un modo o in altro di rete, web e nuove tecnologie.
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