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AFFRONTARE IL FENOMENO DELL’HATING E DEL TROLLING (GLI ODIATORI DI RETE)

Oggi va affrontata una nuova forma di criminalità: quella legata ai danni determinati dal fenomeno dell’HATING e del TROLLING cioè comprendere il fenomeno crescente degli Odiatori di rete, analizzare le loro motivazioni e individuare i mezzi di contrasto .

 

Chi è l’HATER

Un soggetto che usa la rete, in particolare i social network, al fine di esprimere odio o incitare a odiare qualcosa o qualcuno (1). Tale comportamento è maggiormente diretto verso personaggi famosi.

 

Distinzione tra Haters e Trolls:

Il trolling è un comportamento online deviante, antisociale finalizzato a interrompere le conversazioni e attivare conflitti. Pertanto un “troll” è colui che partecipa a una discussione per creare disturbo e provocazione, mentre l’hater è una persona che dispensa odio su tutti e tutto.

Crudeltà e violenza verbale sono le gli elementi maggiormente utilizzati.

Le caratteristiche di tale fenomeno sono l’inganno, l’aggressività e un senso di realizzazione quando il soggetto ottiene l’attenzione da parte degli altri.

E’ simile al ‘cyberbullismo’, tuttavia gli obiettivi sono diversi.

Per esempio un troll punta a creare disturbo e danno a soggetti estranei; diversamente i “cyberbulli” prendono di mira le vittime che conoscono personalmente.

 

TIPOLOGIA DI HATER

Haters professionisti.

Da un precedente lavoro (Mastronardi – Calderaro, riportato in calce) risulta che, individuata la persona da prendere di mira, lo fanno a prescindere, senza neanche approfondire o entrare in merito all’argomento.

Haters occasionali.

Agiscono occasionalmente, tuttavia ereditano la sterilità dell’approccio, esercitando odio ed aggressività fine a se stessi, senza nemmeno comprendere il perché lo fanno.

Haters specifici.

Puntano l’attenzione (indipendentemente dai contenuti) su precise persone affini al loro campo d’azione con la finalità di beneficiare di una ‘visibilità riflessa’, per mostrare le loro competenze, nel tentativo di dar vita ad una controversia dai toni certamente aggressivi, in assenza di un ben preciso scopo e quindi a svantaggio della costruttività e obiettività del confronto. Quest’ultima tipologia tende a non utilizzare profili anonimi

E’ importante tener presente due aspetti del fenomeno haters:

Generalmente il comportamento hating è ascrivibile alla modalità on line e può essere considerato più o meno inoffensivo, pur innescando, tuttavia, reazioni negative nei confronti degli altri. In genere, se non si resta uncinati, l’hater dovrebbe desistere dal reiterare il suo comportamento nei confronti di un individuo specifico, rivolgendo il suo focus attentivo su altri destinatari, in una sorta di coazione a ripetere.

L’altro aspetto riguarda la relazione predittiva, evidenziata nella letteratura scientifica, tra tali comportamenti e i tratti di personalità antisociali, evidenziando in alcuni casi, comportamenti insistenti sia di trolling che di hating. Tali comportamenti possono divenire indice di intenzioni dannose, antisociali nonché anche aggressive in forma diretta e che riflettono personalità disturbate, di cui il comportamento, sia pur in forma online, costituisce, di fatto, determinati rischi.

Psicodinamicamente, quindi, vi sono aspetti caratteriali e morali di alcuni soggetti indipendenti dall’uso delle tecnologie, che, in tali casi, vengono utilizzate al fine di nuocere all’altro

 

PROFILING DELL’HATER:

Uno studio recente ha evidenziato che uno dei Fattori Predittivi statisticamente rilevante è la Psicopatia.

Tuttavia, in questo stesso studio, non è stata evidenziata alcuna associazione tra haters e gli altri tratti della Triade oscura (narcisismo, machiavellismo, e psicopatia) più comune nei trolls (2).

Determinati tratti e/o disturbi di personalità possono svolgere un ruolo significativo ai fini di comprendere il perché del comportamento degli haters. Tuttavia tali aspetti indubbiamente, coincidono con altri fattori determinanti, tra cui una sorta di payback time, ossia una ricompensa a posteriori, in questo caso nello stile di rivendicazione sociale.

Dalla ricerca di Craker e March (2016) risulta che l’outcome principale ricercato dagli haters è la “potenza sociale negativa” o la sensazione di sentirsi potenti risultante dall’aver arrecato danno ad altri (3).

Pertanto alla base del comportamento degli haters, vi sono, tra gli altri, ‘bias cognitivi’, ossia quei costrutti derivanti da percezioni errate, da cui si inferiscono giudizi, pregiudizi e ideologie.
Tali bias cognitivi sono spesso utilizzati per prendere decisioni affrettate, in assenza di critica e/o giudizio.
A livello quindi più profondo vi è un forte senso di inadeguatezza individuale e relazionale. Per alcuni che aderiscono a questa fenomenologia, diviene un sintomo di appartenenza in una sorta di ‘effetto stadio’, per convincere se stessi di significare qualcosa o qualcuno, all’interno della società.

 

STRATEGIE OPERATIVE UTILI:

Fertili strategie potrebbero ridurre le ricompense sociali che gli haters ottengono dai loro comportamenti. Pertanto:

´ Diminuirne il potere, ignorando i loro commenti e riducendo, quindi, la loro importanza e risonanza mediatica, in una sorta di contro-hater;

´ Bloccarne i profili, al fine di scoraggiare altri utenti a interagire con loro con l’intento di impedire di ottenere sia più visibilità che maggiore spazio;

´ Riconoscerne anticipatamente i comportamenti, con segnalazioni ai vari cosiddetti ‘moderatori’ dei siti web;

´ Utilizzare tecniche di rinforzo nei confronti delle vittime, così come per il fenomeno del bullismo e cyberbullismo.

 

BIBLIOGRAFIA

– Baldry e Ferraro 2010 in: Mastronardi V. Calderaro M., Leo S. (2021) Staging e Scena del Crimine. Manuale di Analisi Comportamentale, Carocci Faber Ed. Roma

– Craker, N., e March, E. (2016) The dark side of Facebook®: The Dark Tetrad, negative social potency, and trolling behaviours. Personality and Individual Differences

– Mastronardi V. Calderaro M., Leo S. (2021) Staging e Scena del Crimine. Manuale di Analisi Comportamentale, Carocci Faber Ed. Roma

Sorokowski P, Kowal M, Zdybek P and Oleszkiewicz A (2020) Are Online Haters Psychopaths? Psychological Predictors of Online Hating Behavior. Front. Psychol. 1

(1) Tale comportamento è maggiormente diretto verso personaggi famosi.

(2) (Sorokowski P, Kowal M, Zdybek P and Oleszkiewicz A (2020) Are Online Haters Psychopaths? Psychological Predictors of Online Hating Behavior. Front. Psychol. 11:553)

(3) Craker, N., e March, E. (2016). The dark side of Facebook®: The Dark Tetrad, negative social potency, and trolling behaviours. Personality and Individual Differences, 102, 79-84.

Vincenzo Mastronardi

Garante Nazionale dei Diritti delle Vittime di Reato (Associazione Nazionale Difensori Civici Italiani)
Direttore del Master in Criminologia clinica e scienze forensi e del Master in Psicodiagnostica clinica e forense Università Humanitas – San Raffaele di Roma
Docente di Teoria della Devianza e Criminogenesi – Corso di Laurea Magistrale in Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale e di Psicologia del Crimine dell’Università degli Studi Internazionali di Roma
Psichiatra, Criminologo Clinico
Già Direttore della Cattedra di Psicologia forense, Università di Roma “Sapienza”
Presidente dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminologiche e Psicopatologiche Forensi (Roma – Buenos Aires)

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