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ALTRI TRE MORTI SUL LAVORO IN 24 ORE, UNA SCIA DI SANGUE CHE NON SI FERMA

Altri tre morti sul lavoro in 24 ore, gli ultimi in ordine di tempo di una scia di sangue che non accenna a fermarsi.
Il primo è un agricoltore deceduto in una zona di campagna fra Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia (Bat), schiacciato dal trattore che si è ribaltato.
Il secondo è un operaio di 68 anni che ha perso la vita a Scafati per il crollo di un muro di contenimento che stava costruendo presso un’abitazione privata.
Il terzo a perdere la vita è stato un ragazzo di soli 24 anni mentre lavorava in una cabina dell’Enel a Girasole, in Ogliastra.

SESSANTOTTO ANNI DOPO MARCINELLE, ANCORA TROPPI MORTI SUL LAVORO

L’8 agosto 1956 nella miniera del Bois du Cazier a Marcinelle un incendio fa 262 vittime. Si salvano pochissimi lavoratori, poco più di una decina. I morti italiani sono 136, minatori provenienti da Calabria, Abruzzo e Molise. Sette i molisani: Felice Casciato di Sant’Angelo del Pesco, Francesco Cicora di San Giuliano di Puglia, Francesco Granata, Michele Granata e Michele Moliterno di Ferrazzano, Pasquale Nardacchione di San Giuliano del Sannio e Liberato Palmieri di Busso.

Oggi, in Belgio, la cerimonia per il 68esimo anniversario. Presenti Urbano Ciacci, l’ultimo minatore di Marcinelle ancora in vita.

Dal 2001 l’8 agosto è diventato la giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.

Intanto infortuni e morti continuano a crescere. Secondo gli ultimi dati diramati pochi giorni dall’Inail da inizio anno le morti bianche sono state 469, in crescita del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

 

LA SICUREZZA E’ UN DOVERE NON E’ UN LUSSO. CIVICRAZIA: INTERVENIRE SUBITO!

La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso. La sicurezza è un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni lavoratore. La dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure.

Fabio Riccio

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