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ANCORA TRAGEDIE SUL LAVORO. E CONTINUANO A CHIAMARLE MORTI BIANCHE

Le chiamano “morti bianche”, forse perché le loro storie sono pagine che sbiadiscono in fretta e sono senza voce.

 

NEL 2024 E’ TORNATO AD AUMENTARE IL NUMERO DEI MORTI SUL LAVORO

Dopo anni di progressiva discesa, il dato dei morti sul lavoro sale nuovamente.
Sussiste, infatti, un aumento di vittime (oltre 1000) che segna una brusca inversione di tendenza. È la spia di un’ombra luttuosa, riflette sintomi patologici, è espressione mortale della negligenza e dello sfruttamento.
Sono segni di luoghi dove la sicurezza è un dettaglio trascurabile, un fastidio, un costo da evitare.
Nel 2024 il settore delle costruzioni ha contato il numero più alto di vittime.
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni.
L’anno appena archiviato è stato scosso dalle tragedie degli operai travolti dal treno a Brandizzo, dell’esplosione della centrale di Bargi, del crollo dell’ ipermercato di Firenze, della strage di Casteldaccia.
E c’è un filo nero che unisce queste stragi bianche.
Diamoci da fare sempre più. Costringiamo le Istituzioni, a tutti i livelli, a intervenire. Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona, perché il lavoro è luogo di crescita e realizzazione personale e non può costituire un rischio per la propria incolumità.

 

CIVICRAZIA: INTERVENIRE SUBITO E INVERTIRE LA ROTTA

Da sempre Civicrazia si batte per intensi controlli per il rispetto della sicurezza sul lavoro e per task forces specializzate.
Ogni vita persa o messa in pericolo chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite. La sicurezza sul lavoro, oltre che una prescrizione costituzionale, è, anzitutto, una questione di incomprimibile e basilare dignità umana.

Fabio Riccio

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