Giu 3, 2010 | Notizie | 0 commenti

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ANCHE A BARI CIVICRAZIA, UN ANTIDOTO ALLA MALAPOLITICA

bariSpesso le storie ci aiutano a vivere. Quantomeno ci infondono speranza. Ecco perché da sempre i leader politici, almeno quelli dotati di un certo carisma e di spiccata oratoria, riescono a raccontare le storie più belle. Tutto ciò che importa, nella vita degli uomini, assume la forma di una storia. I nostri sogni e le nostre speranze. Oggi invece abbiamo un po’ tutti smesso di sognare. I politici ci parlano di una “svolta” solo fittizia e apparente, che non ha mordente e non galvanizza nessuno, anzi genera inquietudine prima e frustrazione poi. Per dare un senso al nostro stare in società, al nostro essere cittadini, ecco la risposta: Civicrazia. Una sorta di evoluzione genetica della democrazia. A Bari, questa “dolce rivolta” inizia a muovere i primi passi animata da un gruppo di giovani professionisti altamente qualificati. Sotto l’egida di Civicrazia vengono raggruppate oltre 4000 associazioni, dal Wwf ai Lions e alcuni organismi come l’Ordine nazionale dei giornalisti e l’Organismo unitario dell’avvocatura. Si tratta di una rivoluzione copernicana stupefacente per confrontarsi unitariamente con le istituzioni, chiedendo garanzia di trasparenza e piena tutela dei diritti dei cittadini.
Ecco perché già ottantuno parlamentari di tutti gli schieramenti hanno voluto esprimere la condivisione al progetto. La “svolta” per essere effettiva e duratura deve partire da noi stessi, stimolare ogni persona a passare da spettatore a protagonista della propria vita, sia personale che sociale. Ogni cittadino deve essere realmente conscio delle proprie potenzialità, metterle in luce senza ingerenze esterne. Purtroppo, ancor oggi, Bari e provincia non sono esenti dalle piaghe della malapolitica. Quasi quotidianamente i tg satirici ci raccontano di sprechi, di opere incompiute, di un diritto alla salute “fantasma” che si perde nei meandri delle infinite liste d’attesa.
Anche il dibattito politico si è inaridito, ridotto a stereotipi, a gare di apparenza dove poco o nulla conta l’obiettività e la bontà del messaggio. Vale solo la denigrazione dell’altro, il gioco di ruoli, l’abilità ad ammaliare le coscienze. Il cittadino continua ad essere smarrito, senza punti di riferimento e luoghi di ritrovo, succube di una inspiegabile angoscia. Non ci sono più i politici di una volta, quelli di un certo calibro, di spessore. Franco Sorrentino, politico indimenticabile, rispondeva con la disinvoltura di un bambino alle lettere dei baresi a lui inviate, manifestando quel tratto di umanità schietta e genuina che lo faceva essere uno di loro. La politica di oggi continua però ad apparire ben diversa. Perlopiù c’è soltanto un campionario di eccessi, dagli insulti alle risse in tv, e nel coacervo, tutto è normalità o al massimo una semplice sfumatura di colore. Si sa, in guerra tutto è lecito, anche la brutalità che è il leitmotiv di questo festival kitsch della politica italiana. E nello zapping comunicativo i reality show, le esibizioni dei dilettanti e in generale la tv spazzatura sono l’apoteosi di questo modo di vivere. Non rimane allora che confidare in una repentina inversione di tendenza. La nuova linfa vitale è la Civicrazia, unica terapia d’urto davvero efficace. Per una politica formato persona che ci sappia davvero appassionare. Solo così l’uomo può destarsi dal suo torpore e le corde del suo intimo pizzicate tornare vibranti. E il Cittadino, vero protagonista della società, ricominciare a volare sulle ali dell’entusiasmo!

ANTONIO VISICCHIO
 

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