UNA DONNA UCCISA OGNI TRE GIORNI, KLODIANA VEFA E’ L’ULTIMA VITTIMA. PERCHE’ NON SI RIESCE A FAR DIMINUIRE IL NUMERO DEI FEMMINICIDI?
Klodiana Vefa, 37 anni, è stata uccisa dall’ex marito che poi si è tolto la vita a Castelfiorentino, in provincia di Firenze. L’uomo, Alfred Vefa, è stato oggi trovato a in una zona isolata del comune di san Casciano in Val di Pesa. Per i militari si è tolto la vita sparandosi con l’arma usata per uccidere anche la moglie.
Alle 4 di oggi sabato 30 settembre in una zona isolata, un cittadino ha segnalato un’auto sospetta, parcheggiata e abbandonata. I carabinieri intervenuti hanno constatato che era l’auto di Alfred Vefa.
Aveva ammazzato l’ex moglie, mamma di due suoi figli di 14 e 17 anni. Klodiana stava rientrando a casa dal lavoro quando un proiettile l’ha centrata e uccisa.
I sospetti degli inquirenti si erano concentrati subito sull’ex marito, Alfred Vefa, muratore di 44 anni.
I due erano in fase di separazione. Da qualche tempo l’uomo andava e veniva dalla casa coniugale, dove non abitava più stabilmente. Vicini e conoscenti della coppia hanno raccontato che i due litigavano spesso. Dopo il delitto il 44enne, si era reso subito irreperibile, trovato morto questa mattina. Egli si sarebbe tolto la vita sparandosi con una pistola, probabilmente la stessa arma usata per uccidere anche la moglie.
Più di una donna viene uccisa ogni tre giorni.
Questo ennesimo femminicidio è avvenuto poche ore prima del via libera definitivo dell’Aula della Camera al disegno di legge per l’avocazione delle indagini per i delitti di violenza domestica o di genere. Questa norma, che porta le indagini a un organo superiore, si inserisce nell’ambito del Codice rosso. Solo questa legge non è per nulla sufficiente.
Serve una tutela speciale per le donne che denunciano.
Dobbiamo mettere al sicuro chi trova la forza di denunciare. Sarebbe un significativo passo in avanti.
STATISTICHE NON NUMERI PREOCCUPANTI
Solo il 27% delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza denunciano. La differenza deve essere culturale. Nell’esempio dell’ultimo femminicidio avvenuto, il mantra «denuncia, denuncia, denuncia» non è sufficiente. Bisogna concentrarsi sul contesto per far in modo che sia più facile per la vittima denunciare. Dobbiamo essere pronti a sostenere la donna se è pronta a denunciare. Questo perché sono tanti i timori e i pensieri che frenano chi subisce violenza: la paura di denunciare il padre di tuo figlio, la paura di rovinarlo, quella dello stigma sociale, quella di non essere creduta, la paura di finire in un circuito che non dipende più da te.
Inoltre bisogna adottare misure concrete di tutela. La situazione è drammatica.
Sempre più di 100 donne ogni anno.
Civicrazia ricorda il servizio pubblico del 1522, un numero gratuito e attivo 24h su 24 che accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.
Inoltre all’interno del sito di Civicrazia è presente lo Sportello Telematico del Cittadino, pronto ad assistere 7 giorni su 7 le vittime di reato attraverso degli operatori specializzati e sempre pronti all’ascolto attivo e al sostegno psicologico.
Eleonora Aleo
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