Che fine fa la metà degli stipendi?
La Corte dei Conti tira le orecchie alla politica italiana, incapace di dare utili risposte ad un dato fotografato proprio dai giudici contabili. Il 49% della busta paga del dipendente va in tasse e contributi.
Dunque il cuneo fiscale e contributivo è davvero enorme in confronto di tutti i lavoratori europei che in realtà subiscono una pressione pari al 39%
Quindi per tornare in casa nostra, la politica è chiamata a incidere su questo aspetto come pure richiesto dalla restante parte dell’Europa. Il Governo ha le idee chiare su cosa fare ma forse non molto chiare su come fare.
Ed ecco allora che dal Ministero dell’Economia fanno sapere che si sta valutando nuovi incentivi triennali per giovani sotto i 35 anni, insomma un incentivo bis ma stavolta limitato a neoassunti giovani.
Critici un po’ tutti, soprattutto chi fa notare che l’insuccesso della passata massiccia decontribuzione a termine non ha prodotto i suoi frutti.
Sarebbe meglio utilizzare le risorse per ridurre il cuneo in maniera strutturale.
Solo la rimodulazione strutturale delle imposte sul lavoro possono garantire la stabilità di una vera programmazione dei consumi e un ritorno della domanda.
Le tasse crediamo si devono spostare sui consumi, in modo inversamente proporzionale alla loro utilità massiva.
Diversamente, si può credere che il mordi e fuggi incentivato, produca effetti minimi e per poco tempo.
Al Governo la risposta
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