Mar 9, 2025 | Battaglie | 0 commenti

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CIVICRAZIA ESPRIME SODDISFAZIONE PER IL VIA LIBERA A BRUXELLES SULLE MISURE FISCALI PER IL TERZO SETTORE: UNA SVOLTA STORICA

Civicrazia accoglie con soddisfazione l’approvazione della Commissione Europea riguardo alle nuove misure fiscali per il Terzo Settore e l’economia sociale, un passo fondamentale che segna una svolta sia normativa che culturale per il settore non profit in tutta Europa e avrà forti effetti in Italia.

Con l’approvazione definitiva delle misure fiscali da parte di Bruxelles, gli enti del Terzo Settore italiani potranno, a partire dal 2026, beneficiare di un quadro normativo stabile, coerente con le direttive europee sugli aiuti di Stato. Questo rappresenta un punto di arrivo significativo in un percorso che ha visto il Terzo Settore impegnato a lungo per superare le difficoltà legate a un sistema fiscale instabile e incoerente, anche caratterizzato da procedure di infrazione da parte dell’UE.

 

UNA RIFORMA PER IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO SOCIALE DEL TERZO SETTORE

La riforma del Terzo Settore, che si concretizza con l’approvazione delle nuove regole fiscali, riconosce finalmente l’importanza degli enti non profit come attori fondamentali nella cura dei bisogni collettivi, ponendo un netto distinguo rispetto alle imprese a scopo di lucro. Questa nuova fiscalità sottolinea la peculiarità del Terzo Settore, che non può trattare i suoi utili come un’impresa commerciale, ma deve reinvestire in attività di interesse generale.

L’elemento centrale della riforma è il riconoscimento della “sussidiarietà” e della finalità sociale degli enti non profit. La Commissione Europea ha confermato che, non avendo gli enti del Terzo Settore la possibilità di disporre liberamente dei loro profitti, è necessario un trattamento fiscale differenziato, che preveda esenzioni su utili reinvestiti nelle loro finalità statutarie.

 

VERSO UN “DIRITTO TRIBUTARIO DEL TERZO SETTORE”

La riforma pone le basi per quello che potrebbe essere definito il “diritto tributario del Terzo Settore”. La Commissione Europea, infatti, ha sottolineato che le imposte devono essere applicate solo sul reddito “possesso”, ossia su quel reddito che un ente può utilizzare a piacimento. Gli enti del Terzo Settore, invece, sono vincolati a destinare i ricavi a scopi sociali, il che impone una gestione fiscale diversa rispetto a quella delle imprese a scopo di lucro.

Con queste premesse, diventa fondamentale che gli enti si preparino ad adottare le nuove normative fiscali, per sfruttare i benefici e inquadrare correttamente le loro attività nel nuovo sistema tributario che entrerà in vigore nel 2026.

 

LE MISURE FISCALI PER IL TERZO SETTORE DAL 2026: NUOVE REGOLE E SEMPLIFICAZIONI

Dal 1° gennaio 2026, entreranno, quindi, in vigore le nuove regole fiscali per gli enti del Terzo Settore. Tra le principali novità:

· Attività di interesse generale non commerciale: gli enti che operano in questo settore e realizzano un utile annuo inferiore al 6% non saranno soggetti a imposte dirette, continuando a qualificarsi come “non commerciali”.

· Imprese sociali: le imprese sociali, per la prima volta, avranno un regime fiscale disegnato appositamente per loro, con possibilità di defiscalizzare gli utili destinati allo svolgimento delle attività previste dallo statuto.

· Regimi forfettari: per associazioni e organizzazioni con entrate inferiori a 130 mila euro, sarà possibile usufruire di regimi fiscali semplificati, sia per l’IVA che per le imposte dirette.

· Fine delle Onlus: dal 2026, le onlus dovranno adeguarsi al Codice del Terzo Settore e iscriversi al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) entro il 31 marzo 2026.

 

SUPPORTO AGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: LO SPORTELLO TELEMATICO DI CIVICRAZIA

Per supportare gli enti del Terzo Settore in questo periodo di transizione e per facilitare l’adozione delle nuove regole fiscali, Civicrazia mette a disposizione lo Sportello Telematico, un servizio di supporto.

 

FINALMENTE IL NUOVO CAPITOLO

Civicrazia celebra con entusiasmo questa riforma, che porta una maggiore chiarezza e stabilità fiscale per gli enti non profit e per le imprese sociali. La nuova fiscalità darà loro la possibilità di operare in modo più sostenibile, promuovendo attività di interesse collettivo senza i vincoli di un sistema fiscale che non riconosceva adeguatamente la loro specificità. La riforma apre, dunque, un nuovo capitolo per il Terzo Settore, che potrà finalmente contare su regole più giuste e coerenti con le finalità sociali che da sempre perseguono.

Ernesto Marino

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