In Italia con il 2010 dal 1 gennaio entrerà in vigore la class action. Adiconsum, associazione guida di Civicrazia, esprime al riguardo alcune perplessità sull’effettiva utilità della normativa approvata dal Parlamento.
Questo strumento riuscirà davvero come in altri Paesi a contrastare raggiri, truffe e pratiche commerciali scorrette garantendo ai consumatori risarcimenti adeguati?
I dubbi dell’Adiconsum sono per lo più legati al principio che presuppone l’esistenza di interessi identici tra gli aderenti all’azione (cosa improbabile in caso di disservizi telefonici, ferroviari, bollette speculative, ecc.), come pure alla difficoltà nel presentare le proprie richieste di risarcimento.
L’azione collettiva rischia di disattendere le attese di risarcimento senza il perfezionamento di alcune norme. Il paradosso è che potrebbe essere più conveniente per il consumatore ricorrere alla tradizionale strada del ricorso al giudice di pace o un ricorso plurimo.
Tra l’altro il ricorso al giudice di pace potrebbe essere maggiormente problematico: in caso di ricorsi contro le multe è prevista una tassa di 40 euro. In caso di contratti assicurativi, contratti bancari e finanziari, condominio, salute, un decreto all’esame in Parlamento traccia come unica strada percorribile la conciliazione obbligatoria presso gli organismi privati di conciliazione.
Raddoppia quindi il costo per il consumatore: prima nell’accesso privato alla giustizia tramite gli organismi di conciliazione e poi al giudice di pace.
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