Ci sono uomini che, oltre a curare i malati, cercano di risanare un sistema di leggi che avvelena il lavoro e soprattutto la dignità dei medici competenti. Dal 2008 sette di loro hanno fondato Co.Na.Me.Co, un sindacato pronto a combattere un male a volte invisibile, la cui origine è stata individuata nell’azione del batterio 81/2008, decreto legislativo paralizzante per questo corpo medico. Uno dei magnifici sette, il Dott. Aristide Pellegrini, nel dare risonanza al problema, effettua un monitoraggio dello stesso e decodifica il suddetto codice, agendo come antivirus a difendere il sistema sanitario. L’appello finale del Dott. Pellegrini è rivolto a Civicrazia, per un’eziologia di questo male che sia prima di tutto catarsi. Ecco allora Co.Na.me.co, che diventa CoN una meta: la Svolta civicratica, in cui l’approccio è quello del cives che non ha la viltà di disfare, ma il coraggio di fare.
Dott. Aristide Pellegrini, può tracciare un profilo di Co.Na.Me.co?
Il Co.Na.Me.Co. è il primo, e tuttora l’unico, Sindacato Italiano dei Medici Competenti, così come individuati dall’art. 2 comma 1 lettera h) del D.Lgs 81/08, fondato da un gruppo di sette colleghi nel settembre 2008, proprio a seguito della pubblicazione di tale Decreto.
La mission sindacale è quella di difendere la Libertà, la Dignità e la Professionalità della categoria attraverso la riproposizione dei Diritti di Lavoratore del medico competente, che frequentemente riteniamo coartati da Norme inique e da comportamenti conseguenti di parte della Pubblica Amministrazione preposta al controllo.
In che modo il D.Lgs n° 81/2008 incide sul lavoro dei medici competenti?
In pratica non c’è aspetto del quotidiano lavoro routinario del medico competente che non venga regolato dal citato Testo Unico, che indica le linee fondamentali sulle quali condurre l’azione professionale del medico competente, che è fondamentalmente orientata alla Prevenzione ed alla difesa della Salute del lavoratore; tuttavia la Norma introduce elementi procedurali di natura burocratica spesso notevolmente “indaginosi” ed assolutamente non correlati alle sopraesposte finalità, oltre a prevedere un apparato sanzionatorio assolutamente iniquo in quanto contempla sanzioni speciali, previste solo per il medico competente, talora francamente vessatorie, la cui motivazione non è, né può essere in alcun modo correlata al conseguimento dei detti obiettivi. Inoltre il decreto spesso prevede sanzioni per comportamenti o mancanze nei confronti delle quali il medico competente non ha alcun potere di intervento o di decisione, il che rende la sua punibilità assolutamente antigiuridica.
Quali sono le sostanziali modifiche che Co.Na.Me.Co vuole apportare alla suddetta legge?
Rimandando ai documenti pubblicati sul nostro sito, in estrema sintesi le modifiche ritenute indifferibili riguardano intanto l’apparato sanzionatorio nel suo complesso, che appare oggettivamente antigiuridico e vessatorio.
Tra le proposte vi è anche quella di cancellare la dizione “o collaboratore” nel disposto del comma 2 lettera a) dell’art. 39, in quanto la disposizione attuale consente di utilizzare per la sorveglianza sanitaria personale precario di incerto inquadramento e spesso pagato a tariffe eccessivamente inferiori rispetto alla media di mercato, con il possibile risultato di una sorveglianza effettuata con criteri non sempre rispondenti alla necessaria correttezza, efficacia e rispetto delle professionalità coinvolte.
Inoltre il Conameco chiede fermamente l’abrogazione dell’art. 40, in quanto in esso è contenuta una disposizione precettiva di incombenze incongrue ed assolutamente estranee al ruolo ed alla funzione che le Normative prevenzionistiche attribuiscono al medico del lavoro: di fatto sussiste l’imposizione a liberi professionisti, e comunque estranei al personale della Pubblica Amministrazione, di un suppletivo lavoro forzato in quanto disposto come obbligatorio ed assistito da notevolissima sanzione pecuniaria. L’incombenza prevista è risultata talmente onerosa da provocare un effettivo distoglimento del medico competente dai suoi importanti compiti istituzionali nel campo della medicina preventiva.
In cosa consistono gli appalti – vergogna?
Con questa definizione di sapore giornalistico è ormai invalso nell’uso degli addetti ai lavori di indicare quelle gare d’appalto espletate tramite aste al massimo ribasso, meccanismo assolutamente perverso che porta certi colleghi ad aggiudicarsi appalti per la esecuzione di sorveglianza sanitaria e di altri adempimenti con previsione di valori remunerativi assolutamente inadeguati: addirittura si ha notizia di appalti che sono stati aggiudicati con la pattuizione di affettuare visite mediche a pochi euro l’una ! Ciò naturalmente è contro la Legge (art. 2233 Codice Civile: “ La misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione”) ed ovviamente, ed ancor prima, contro l’Etica Medica; per questi motivi il Conameco ha attivato numerose segnalazioni/denuncia alla FNOMCeO ed agli Ordini Provinciali, a seguito delle quali lo stesso Ministero della Salute, con Nota del 26.10.2010, a firma del Dott. Marano (visibile nel nostro Sito), ha ribadito che “Il servizio di sorveglianza sanitaria non può essere oggetto di gare d’appalto al ribasso da parte di Pubbliche Amministrazioni”.
Quali sono stati gli abusi più eclatanti denunciati da Co.Na.Me.Co?
Uno è quello, già sopra citato, delle gare d’asta al ribasso. Molti altri casi sono stati relativi a sanzioni comminate al medico competente sulla base di Norme che prevedono la punibilità del medico anche per azioni od omissioni per le quali costui non ha nessun potere di intervento diretto né alcun potere decisionale, oppure che prevedono disposizioni interpretabili surrettiziamente a danno del medico competente, talora sulla mera base di semplici indizi. Inoltre l’azione sindacale si è concretizzata anche in azioni giudiziarie vere e proprie di fronte a comportamenti degli Organi di Vigilanza che sono ragionevolmente apparsi antigiuridici, e di cui vi è ampia notizia nella home page del sito.
Quali risultati avete raggiunto finora?
Il primo risultato, assai rilevante, è stato quello di far conoscere alla generalità dei colleghi ed all’opinione pubblica che è finalmente presente nel nostro mondo una realtà sindacale organizzata e finalizzata alla tutela dei Diritti di Lavoratore del medico competente, cosa che costituisce di per sé un’assoluta novità.
Inoltre il Conameco ha dato voce concreta alle istanze della categoria attraverso interpelli, istanze, denunce rivolte alle varie Autorità ed Istituzioni competenti (dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio, dalle Direzioni Regionali della Prevenzione alla FNOMCeO, dai Ministeri ai Presidenti delle Camere, etc.), e membri del CD sono inoltre stati ammessi al Tavolo Tecnico presso il Ministero della Salute in merito all’elaborazione delle modifiche dell’Allegato 3B. Essi sono stati ricevuti dal Presidente della FNOMCeO, e da Rappresentanti del Parlamento Italiano in ordine ai problemi di nostra pertinenza.
Come si rapporta Co.Na.Me.Co a Civicrazia e cosa si aspetta da Essa?
Raccogliendo il comune sentire dei colleghi, e su preciso mandato conferito da una mozione votata dal Congresso Nazionale Co.Na.Me.Co. svoltosi a settembre scorso a Torino, il Consiglio Direttivo ha inviato una specifica Petizione ai Presidenti delle due Camere in ordine alla situazione antigiuridica presente nell’intero apparato sanzionatorio previsto per il medico competente. Dal momento che tale situazione causa di fatto la continua applicazione di tali inadeguate sanzioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni preposte, cosa che configura la concreta conseguenza di un’oggettiva ingiustizia normativa, il CD ha inviato tale Petizione anche a Civicrazia, in quanto Organismo facente funzione del Difensore Civico Nazionale.
Conameco si aspetta da Civicrazia una presa in considerazione dell’istanza di Giustizia presentata, e l’emissione di una sua pubblica e circostanziata considerazione in merito alla nostra Petizione.
Con quale frase vorrebbe chiudere l’intervista e aprire la speranza?
Il Co.Na.Me.Co. dice quello che finora nessuno ha detto, e fa quello che finora nessuno ha fatto; ma qualunque persona ragionevole che persegue un ideale di Giustizia comprende facilmente che è giusto dire e fare quello che dice e fa il Co.Na.Me.Co. Il nostro impegno è finalizzato al ristabilimento delle condizioni di Giustizia, per far sì che il medico competente possa arrivare a svolgere nel modo migliore e più sereno possibile il suo importante ruolo nella Prevenzione e nella Tutela della Salute.
(Francesca Toncli)
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