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Feb 20, 2022 | Interviste Pirellone | 0 commenti

Tempo di lettura: 8 minuti

CONSIGLIERE REGIONALE LOMBARDIA ANGELO CLEMENTE ORSENIGO

INTERVISTA A ANGELO CLEMENTE ORSENIGO

CONSIGLIERE REGIONALE DELLA LOMBARDIA

Domanda: “Consigliere Orsenigo,  Lei si batte batte pubblicamente e veemente contro le disfunzioni  dell’attuale sistema sanitario lombardo; un Suo slogan, non a caso, è: “la nostra salute prima di tutto”. Qual è la Sua proposta (per una sanità pubblica, equa, giusta e competente) al riguardo?”
 
Risposta: “Vorrei fosse più che un semplice slogan. Per me, difatti, è un principio irrinunciabile. Per troppo tempo la sanità lombarda si è preoccupata di erogare prestazioni, di curare malattie, invece che assistere i cittadini in tutti i loro bisogni socio-sanitari. Questo deve cambiare. Le recenti modifiche volute dal Presidente Fontana e dalla vice presidente Moratti sono un’occasione sprecata, specialmente dopo che il Covid ci ha messo di fronte alle grandi criticità della sanità Lombarda.
Siamo purtroppo davanti a una “non-riforma” della sanità. Regione Lombardia recepisce le richieste del Governo e i criteri del Pnrr e si muove per attivare delle strutture come gli ospedali di comunità e le case di comunità. Ma non sappiamo ancora con che fondi e con che personale ha intenzione di renderli operativi. Oltretutto veniamo da un’esperienza precedente, con la giunta Maroni, quando le promesse di una medicina di territorio più capillare sono state puntualmente disattese. Inoltre le modifiche introdotte da Regione Lombardia non risolvono alcune delle problematiche che più colpiscono il cittadino comune: i medici di base che in Lombardia scarseggiano a causa di un mancato turnover dei pensionamenti, le liste d’attesa infinite o il rapporto ormai sbilanciato tra pubblico e privato accreditato. Quelle attuate da Moratti e Fontana sono modifiche che in nessun modo costituiscono una “riforma della sanità” complessiva. Piuttosto sono un blando recepimento pedissequo delle richieste del Governo centrale senza una vera interlocuzione con i sindaci e il territorio. La Lombardia ha bisogni complessi, anche per la specificità dei suoi territori che va rispettata. Dobbiamo rimettere al centro il cittadino: dobbiamo trovare il modo di assistere in maniera efficiente il cittadino. Dobbiamo lasciarci alle spalle il termine “sistema sanitario” e realizzare un vero “servizio sanitario”.”
 
Domanda: “Che cosa pensa dei tagli che la Regione Lombardia perpetra a danno di Fondazioni e onlus(vedi Fondazione Minoprio)? Che cosa rappresenta per Lei il Terzo Settore? Qual è al riguardo una Sua proposta?”
 
Risposta: “Il terzo settore, specialmente durante la pandemia, ha dimostrato non solo un’enorme resilienza ma anche un’incredibile capacità di supplire alle mancanze della pubblica amministrazione in fatto di welfare. Per questo tutto il mondo dell’associazionismo e del volontariato va difeso e tutelato di fronte alle enormi sfide del presente. Il caso di Fondazione Minoprio è particolarmente importante: da sempre la Fondazione eroga dei servizi di formazione per chi desidera lavorare nel settore floro-vivaistico. Settore che, a livello regionale e provinciale, beneficia enormemente dell’operato di Fondazione Minoprio. Questa però, nonostante il proprio ruolo positivo nel tessuto socio-economico lariano, ha visto un sistematico definanziamento delle proprie attività da parte di Regione Lombardia. Da 500mila euro annui siamo passati a 380mila euro nel 2020. Poi nel 2021 le forbici della giunta hanno ridotto il contributo a 280mila euro. Per il 2022 la situazione non cambia”.
 
Domanda: “Che cosa pensa e che progetti ha per una mobilità sostenibile?”
 
Risposta: “Il progresso della Lombardia, il livello di benessere dei cittadini, dipende enormemente dal grado di sviluppo sostenibile che siamo in grado di generare. In tema di mobilità c’è molto da fare nella nostra regione. Servono piste ciclopedonali, certo, ma anche il
potenziamento delle infrastrutture ferroviarie. Non a caso, guardando alla mia provincia, il Partito Democratico è riuscito ad ottenere il finanziamento della linea ferroviaria Como-Lecco. Si tratta di un intervento di efficientamento e potenziamento perché questa linea possa rivestire un ruolo sempre più forte nella mobilità di cittadini e visitatori, specialmente in vista di eventi importanti come le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026. Dobbiamo dare un’alternativa a chi ogni giorno preferisce la macchina per spostarsi. L’unico modo per farlo è potenziare il servizio di trasporto pubblico. Per quanto riguarda la mobilità lenta vorrei portare l’esempio della ciclopedonale Grandate-Malnate che verrà realizzata grazie a una mia proposta inserita nel bilancio regionale, lo scorso dicembre. L’opera collegherà molti comuni tra le province di Varese e Como seguendo un percorso costruito nel sedime di un’antica ferrovia dismessa. Se devo pensare a un esempio di sviluppo che coniuga sostenibilità e riqualificazione urbana questo è indubbiamente il più efficace”.
 
Domanda: “Che cosa significa essere minoranza politica in Lombardia?”
 
Risposta: “Spesso si ha l’idea che stare in minoranza significhi automaticamente doversi rassegnare a ciò che la maggioranza decide, rinunciando al dialogo e senza confronto. La mia personale esperienza in Consiglio regionale è quanto di più lontano da questo modo di pensare. Essere in minoranza non significa essere ridotti al silenzio. Tutt’altro.
Il Partito Democratico fa sentire la propria voce con forza ogni volta che c’è da portare le istanze dei lombardi in consiglio regionale. La battaglia che abbiamo portato avanti in tre settimane di sedute consiliari sulla sanità lombarda lo dimostra.
Non dimentichiamo però che per cambiare la Lombardia è necessario un rinnovamento di leadership, a partire dalle prossime elezioni nel 2023″.
 
Domanda: “Qual è la Sua opinione e la Sua posizione in merito alla nomina del Difensore Civico, l’avv. De Vecchi, a seguito della denuncia partita dal servizio giornalistico delle Iene, su Italia Uno??
E del comportamento recidivo da parte della Commissione preposta che nonostante lo scandalo che è stato nominato sulla base di un dichiarato  falso Master e della mancata obbligatoria comunicazione degli incarichi istituzionali (in violazione della Legge Regionale e del principio del conflitto di interesse a tutela dei diritti dei cittadini lombardi) non è intervenuta?”
 
Risposta: “Il Difensore regionale è un’istituzione di garanzia per i cittadini di fronte all’amministrazione e merita un’attenzione particolare che ne garantisca la credibilità e autorevolezza. La maggioranza ha rinunciato ad ascoltare le ragioni dell’opposizione e ha accantonato le regole pur di difendersi e garantire i ruoli assegnati, altri direbbero le poltrone, e l’equilibrio politico da cui essi discendono.
Nei primi quattro anni di questa legislatura l’istituto del Difensore regionale è stato letteralmente maltrattato dalla maggioranza regionale che ha operato scelte evidentemente non in grado di garantire adeguata attenzione ai cittadini, passando sopra ai requisiti necessari e all’attenzione alle competenze necessarie per svolgere questo delicato ruolo. Le istituzioni hanno bisogno di un rispetto e così non si riesce proprio a garantirlo”.
 
Domanda: “Che cosa rappresentano per un politico i diritti dei cittadini e la tutela della legalità? Qual è la garanzia e/o il limite?”
 
Risposta: “Diritti e legalità sono tutto. Sono la bussola che dovrebbe guidare l’attività di chiunque sceglie la politica come missione. Sono membro della Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità di Regione Lombardia: la tutela della legalità, la diffusione di una cultura del rispetto della legge sono fondamentali.
La mia provincia di provenienza, Como, è da tempo nelle mire della criminalità organizzata che vede nel florido tessuto economico e produttivo comasco un terreno di caccia. Combattere le organizzazioni criminali tenendo accesi i riflettori sulle loro attività è automaticamente il modo di difendere i diritti dei cittadini. Se c’è consapevolezza del fenomeno ognuno di noi può denunciare e contribuire a costruire un Paese più libero. Ed essere liberi, anche dal crimine organizzato, è un diritto civile da difendere”.

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