INTERVISTA A GIANANTONIO GIRELLI
CONSIGLIERE REGIONALE DELLA LOMBARDIA
Innanzitutto grazie al Consigliere Gianantonio Girelli per la sua disponibilità e per la serietà con cui porta avanti i temi della salute e delle trasparenza.
Insieme alle Associazioni Lombarde, soprattutto quelle dei consumatori, e ai tanti cittadini lombardi stiamo portando avanti un lotta per la legalità e la trasparenza per la questione dell’occupazione illecita della carica di Difensore Civico dell’Avv. De Vecchi.
Domanda: “Secondo lei come è stato possibile arrivare – senza nessuna comparazione delle esperienze e competenze, con la nomina di De Vecchi (che non ha l’esperienza dirigenziale, che non dichiara gli incarichi e dichiara un Master inesistente) – a un tale livello di cinismo e di violazione delle leggi nei confronti della cittadinanza?”
Risposta: “Molto dipende dal metodo di scelta di queste figure. Di fatto si tratta di indicazioni partitiche in senso stretto, senza momenti di vera analisi delle possibili scelte, senza reale presa in considerazione di segnalazioni provenienti da realtà operative sui territori. Il passaggio formale di nomina è una triste riduzione dell’assemblea legislativa lombarda ad organismo di ratifica di scelte fatte in altra sede. Spesso nemmeno a Palazzo di LOMBARDIA… La necessità é quella di dotarsi di regole chiare di selezione delle candidature e la costituzione di una commissione terza ed indipendente che le esamini con serietà e severità, individuando quelle con le caratteristiche adatte. E fra quelle scegliere in modo libero, premiando l’esperienza è il puro merito”.
Domanda: “Quale rimedio è subito possibile, dando un messaggio di speranza ai cittadini lombardi delusi dalla malapolitica e da questa vicenda?”
Risposta: “La speranza rimane quella che chi ricopre il ruolo alla luce di quanto emerso senta il bisogno, se non il dovere, di dimettersi. Se non altro per dimostrare di avere consapevolezza del ruolo che sta ricoprendo e le sue finalità. Non farlo significherebbe tradire il proprio mandato. In mancanza di tale gesto spero che il Consiglio Regionale si assuma la responsabilità di restituire ruolo e credibilità a sè stesso chiedendo le dimissioni. Non per giustizialismo, ma per ribadire il principio che certi ruoli devono per loro natura essere <>”.
Domanda: “Lei che con grande passione e dedizione si occupa del suo territorio crede che la Lombardia stia uscendo da un periodo difficile dopo questi anni duri o dobbiamo prepararci ancora a stringere i denti?”
Risposta: “La Lombardia da un pò di anni mostra fatica. Molti dati economici indicavano come stava perdendo il passo rispetto agli altri “motori europei”, molti settori, i trasporti, le infrastrutture, le questioni ambientali, non mostravano i necessari cambiamenti. Non ultima la sanità, considerata “l’eccellenza”, con il dramma COVID si è mostrata territorialmente di una incredibile quanto inaspettata fragilità.
La Lombardia però ha dentro di sé tutta la potenzialità, l’inventiva, l’energia per riprendersi e riavviare un momento di crescita, diverso dal passato, capace di rispondere alle domande della modernità. C’è però bisogno di far emergere il meglio, dare spazio al cambiamento, trovare il coraggio di smantellare privilegi consolidati e vecchi vizi che fanno gli interessi di pochi e non della società lombarda. Cominciando dalla politica, ma non fermandosi alla politica. Serve infatti un forte patto sociale, con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo. In Lombardia si apre la grande opportunità dei fondi del PNRR, vanno indirizzati davvero ad interventi che guardano al futuro, non certo a soddisfare egoistici appetiti del momento. Da qui parte la sfida, la possibilità di dimostrare di iniziare una nuova fase”.
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