Il settore assicurativo, con specifico riferimento al ramo RCA, negli ultimi anni ha visto un esponenziale proliferazione di plurime attività fraudolente.
Tra le diverse fattispecie illecite, emerse nel tempo in ambito RCA, assume particolare rilievo, data la frequenza e la lauta remunerazione prevista, l’attività di simulazione di incidenti mai avvenuti o l’aggravamento dei danni di un veicolo realmente incidentato, tramite l’utilizzo di pezzi danneggiati, montati ad hoc.
Tale fenomeno risulta esteso organicamente sull’intero territorio nazionale, con una maggiore diffusione nel centro sud.
L’attività illecita in esame annualmente genera richieste di risarcimenti per diversi milioni di euro, che determinano un ingente aumento dei premi delle polizze RCA. Esse, in sostanza, concretano un fattuale danno economico-sociale sia alla collettività prevedendo la summenzionata maggiorazione dei premi che all’immagine del paese.
Contrastare la dinamica dell’attività fraudolenta in esame.
Il frodatore utilizza mezzi non di sua proprietà. In primo luogo, al proprietario del veicolo, oggetto della simulazione, sarà, da subito, riconosciuto un lauto compenso economico. In secondo luogo, il frodatore si rivolgerà a un secondo soggetto, al quale sarà affidato il compito di asportare dal veicolo i ricambi integri e sostituirli con quelli danneggiati, dietro compenso economico.
Successivamente verrà postulata una richiesta di risarcimento all’impresa assicurativa, in cui verrà formulata una dinamica tale da poter giustificare i danni presenti sul veicolo, costruito ad hoc.
Al riguardo, è bene rammentare che la richiesta non verrà mai avanzata dal frodatore, il quale non comparirà mai in prima persona nel sinistro simulato, bensì da un terzo compiacente.
Questa frode è particolarmente remunerativa. Infatti ordinariamente la richiesta danni non risulta inferiore ad euro 4.000.
Inoltre è anche intrinsecamente complessa da identificare.
Infatti i ricambi danneggiati vengono usati innumerevoli volte su veicoli differenti, i soggetti coinvolti sono sempre diversi e i mezzi sottoposti al fenomeno dello smontaggio e rimontaggio hanno in comune solo i ricambi danneggiati mentre le targhe e i VIN (numero di telaio) sono completamente disparati.
Le immagini in allegato mostrano un generico caso di sinistro simulato, in cui i tubi di scarico di due motocicli diversi presentano le medesime abrasioni in corrispondenza dell’area posteriore superiore, in quanto caratterizzate da un’analoga entità, natura, ubicazione ed estensione.
Occorre far conoscere tali truffe assicurative e sviluppare il massimo impegno.
Riccardo Vizzino, Avvocato
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