AZIONE DELLE RADIOFREQUENZE SULLE PIANTE-STRESS OSSIDATIVO
Le radiazioni a radiofrequenze possono avere un impatto sul biota. Uno studio, pubblicato recentemente di Handa et al del 31 gennaio 2024, evidenzia l’impatto della radiazione a 2850 MHz sullo sviluppo iniziale di due coltivazioni di Brassica oleracea (cavolo rosso e cavolo verde).
Lo studio evidenzia l’azione sui pigmenti fotosintetici e sul profilo metabolico. Le piantine sono state esposte su base giornaliera per sette giorni per una, due e quattro ore Le osservazioni sono state fatte a 0 ore 1 ora e 24 ore dopo.
L’esposizione ha comportato una riduzione della lunghezza delle radici, della lunghezza dei germogli, della biomassa. La clorofilla e il carotenoide sono risultati ridotti mentre erano aumentati l’attività antiossidante e gli enzimi antiossidanti.
Questo studio ha dimostrato come l’esposizione a campo elettromagnetico di 2850 MHz influenza lo sviluppo precoce delle piante di cavolo, modifica i pigmenti fotosintetici, altera i contenuti di polifenoli e compromette il loro metabolismo ossidativo.
ALTERAZIONI CITOTOSSICHE E GENOTOSSICHE
Alterazioni citotossiche e genotossiche erano state già evidenziate in uno studio di Chandel et al, esponendo a radiazioni elettromagnetiche le radici della cipolla fresca (Allium Cepa L.). Con l’aiuto del “test della cometa” sono state evidenziate incremento dell’indice mitotico, dell’indice di fase, aberrazioni cromosomiche e danno al DNA.
E’ NECESSARIO RIVALUTARE I LIMITI DI ESPOSIZIONE A RADIOFREQUENZE
Questi due studi suggeriscono l’influenza dell’esposizione del campo elettromagnetico a radiofrequenza sulle piante e la necessità di adottare precauzioni, rivalutando, come richiesto da CivicrazIa, i livelli di esposizione tutelanti non solo per le piante ma anche e soprattutto per l’uomo e gli animali.
Annunziata Patrizia Difonte, medico
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