“I giovani padroni del web: così cambiano le democrazie”, titola Massimo Gaggi in nona pagina sul Corriere della Sera.
Al Forum di Davos, in Svizzera, ne discutono i grandi della Rete. Il ruolo di Internet sul banco degli imputati: qui “Tutti possono intervenire su tutto, la trasparenza è totale”. Ma allora “le reti sociali renderanno l’uomo più onesto?”, chiedono da YouTube.
Rispondono da Twitter per bocca di Evan Williams: “Non parlerei di onestà, ma di responsabilità: la trasparenza obbligherà tutti, aziende e individui, a comportarsi meglio”.
Non tutti sono così ottimisti. Tim Berners-Lee, l’inventore del WWW ammonisce: “Attenti a non mischiare le cose preziose create grazie alle nuove tecnologie con la tanta immondizia che c’è in giro”. Le reti sociali possono ridisegnare le scelte collettive, ma occorre “lavorarci molto”. Non è un caso e fa riflettere il fatto che proprio le maggiori aziende informatiche “sono le società più segrete che ci siano”, spiega Colony di Forrester.
Ecco perché è nata la Civicratic Web Action: i Cittadini che dialogano costruttivamente costituiscono un esempio di libertà, anche sul web.
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