Ha ancora senso impegnarsi nel lavoro in una società che sembra talvolta premiare più il disimpegno che l’impegno, la raccomandazione sulle capacità, le amicizie più che la meritocrazia? Ne parliamo con l’Avv. Nunzia Caccavale, tra le donne citate nel recente libro Donne di Business, edito a cura di Elena Giffoni da Michele Di Salvo Editore in collaborazione con H2Biz (www.h2biz.eu).
Avv. Caccavale, può riassumerci brevemente la sua esperienza? Il suo curriculum è davvero variegato.
Ci posso provare: la mia carriera è iniziata 23 anni fa. Dopo la laurea e varie specializzazioni ho cominciato come praticante avvocato. Molte le cause seguite (ho fatto patrocinio dinanzi alle Magistrature Superiori; mi sono occupata di costituzione di parte civile in giudizi penali; di diritto di famiglia, diritti reali ed in genere diritto civile e, in seguito, anche di diritto internazionale privato) come avvocato; quindi sono stata Giudice Onorario del Tribunale di Napoli-Sezione distaccata di Ischia, per tre anni; Difensore Civico di Portici, comune di circa 90.000 abitanti, per quattro anni; componente Commissione d’esame presso l’Autorità Garante per la protezione dei Dati Personali Privacy; relatrice ed organizzatrice per convegni a livello nazionale; corporate member of The American Chamber of Commerce in Italy.
Quante cose! Avrà dovuto sacrificare la famiglia, i figli…
E perché? Se si vuole davvero si riesce a fare tutto, ovviamente non senza sacrifici. Ho un figlio e mi sono separata agli inizi della mia carriera. Immagini le difficoltà per una donna single, con un figlio di 2 anni e mezzo, che vuole addentrarsi nella libera professione – con tutto quello che comporta in un lavoro che non ha orari e che all’inizio non ti dà una sicurezza economica -. Cosa le ha permesso di non mollare? L’orgoglio, il coraggio, la determinazione e la passione nel mio lavoro. Amo il senso della libertà, libertà nelle scelte. Non sono mai stata dipendente da nessuno; se faccio, se mi impegno in qualcosa è perché ci credo. Lavoro molto senza risparmiarmi. Per questo, come donna, posso dire di non aver subito discriminazioni: si tratta di dare il massimo e scegliere collaboratori validi, che sappiano sostenerci e aiutarci a crescere. Una donna deve ponderare bene lo studio in cui prestare servizio, più di un uomo, forse. Ma al di là di questo aspetto posso dire di aver sempre contato su colleghi in gamba. Nonostante tutto, non mi sono sentita discriminata perché donna Certo, ovviamente ho incontrato anche uomini e donne ignoranti e non lungimiranti: è contro queste figure che mi sono sempre battuta e il tempo mi ha dato ragione. Oggi, guardandomi indietro, mi sento realizzata e felice perché la mia esperienza può essere di aiuto agli altri.
L’aiuto agli altri è un punto centrale della sua attività, come Presidente della Commissione Rotary (Club Pompei Sud Distretto 2100 Campania – Calabria) ed ex Difensore Civico?
Ovviamente essere stata primo difensore civico del comune di Portici mi ha dato opportunità di visibilità e di esperienza in contesti diversi da quelli a cui ero abituata, avvocatura e magistratura onoraria e toccare con mano quel piccolo mondo di cui ogni cliente è portatore , anche come esperienza umana. Le donne raccontate nel libro sono protagoniste della loro vita.
Oggi uomini e donne, come cittadini, sembrano invece messi nell’angolo da una politica in parte troppo mediatica e poco attenta a “quel piccolo mondo” cui si riferiva prima. Cosa ne pensa?
E’ vero. Ecco perché ho da sempre sostenuto il progetto di Civicrazia ed ora, per la mia città, quello dell’iniziativa Napoli innanzitutto. E’ necessario svegliare le coscienze di uomini e donne ad avere la propria liberà in un nuovo contesto sociale. Gli schemi, quando non funzionano, possono, anzi, debbono essere cambiati. Ognuno deve tornare ad essere protagonista della propria vita; l’appiattimento è il nemico da combattere. Oggi, per fortuna, abbiamo moltissimi mezzi. Uno tra questi è il passaparola, lo scambio in tempo reale reso possibile da Internet o dai social network. Facebook, Twitter, YouTube e non solo possono essere parte integrante del nostro lavoro.
Come se la cava con le nuove tecnologie?
Ad esempio su Facebook, dove sono iscritta, ho circa 1.300 “amici”, tra i quali giuristi, imprenditori, professionisti… persone con le quali, oltre a fare cultura nell’accezione più vasta, si possono creare sinergie lavorative. Mi chiedono consigli giuridici. Pubblico eventi e progetti ai quali partecipo, condivido link delle ultime sentenze della Cassazione, notizie, aforismi, musica.
Partendo dalla propria esperienza, che consiglio si sente di dare?
Non mollare. Io stessa ho dovuti affrontare un percorso lungo e difficile ma al tempo stesso bellissimo, che mi ha costruita sia come professionista che come persona. La giustizia, lo sforzo, l’impegno alla fine viene premiato. Mi auguro che anche la classe politica dia un segnale di esempio in tal senso, come chiede Civicrazia. Si torni a investire in ricerca e innovazione, nell’etica a lavoro; chiedere che a livello nazionale e comunitario sia obbligatoria un’etichettatura per i prodotti che abbiano i requisiti elencati; avere la consapevolezza che la crisi possa essere superata grazie alle forze produttive; individuare che cosa non va nella pubblica amministrazione, come l’eccessiva burocrazia, e, conseguentemente, indicare gli obiettivi per renderla efficiente ed in linea con gli standard europei.
Dopo Milano, il libro è stato presentato nella sua città, Napoli, lo scorso 27 novembre. Che risposta ha avuto?
E’ stato un gran successo. L’iniziativa ha riscosso molto interesse. Tutte le interviste rivelano storie e sfumature al femminile di imprenditrici, professioniste e manager dalle diverse sfaccettature che si raccontano elaborando un bilancio della propria vita con uno sguardo al sociale. Una parte del ricavato della vendita verrà devoluto al progetto “La Donna: stereotipi culturali che ne condizionano la libera espressione nella sessualità” promosso dall’Istituto Italiano per le Scienze Umane ONLUS. Il progetto ha l’intento di formare e informare gli studenti delle scuole medie e superiori su una corretta e sana percezione dell’universo femminile. Un programma preventivo che cerca di intervenire prima che alcuni stereotipi possano degenerare in violenza sulle donne, come la cronaca ci riporta quasi quotidianamente.
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