Sono sempre esistiti due mondi.
In un mondo l’uomo si spacca la schiena per produrre, lavorare e portare da mangiare a casa e lo fa per guardare negli occhi i propri figli. Lo fa perché vive nei dettami della giustizia e dell’onestà.
Nel secondo mondo orbitano satelliti distruttivi che inseguono il potere e la supremazia sul prossimo con modi violenti e sistemi nocivi.
In questo secondo mondo orbitano il malaffare e il traffico di tutto ciò che si può trafficare e, a volte, cose indicibili o persino impensabili.
Nel primo mondo vige l’irreprensibilità dello Stato, l’obbedienza alle leggi e al dovere derivante da un giuramento che tutti fanno nei vari ambiti delle branche amministrative dell’organizzazione repubblicana o comunque da un impegno della coscienza.
Il primo mondo ha sempre portato avanti, attraverso la voce dei suoi appartenenti, la lotta per sconfiggere il secondo mondo e far trionfare giustizia e pace.
Il secondo mondo, quando è stato colpito, ha risposto in modo violento e barbaro.
E quando il primo ha riconosciuto il secondo? Molti, infatti, sono stati e sono i momenti emblematici in cui il primo riconosce l’autorità del secondo.
Esempi di tali intrecci?
Alcuni – Liborio Romano, lo sbarco alleato in Sicilia – sono oramai conosciuti ma molti restano nell’oscurità delle segrete stanze.
Ombre oscure cadono su:
- L’uccisione dell’On. Aldo Moro;
- La morte del Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa;
- Il piccolo “Giuseppe Di Matteo” sciolto nell’acido;
- Livattino, il Giudice Ragazzino;
- Il caso Emanuela Orlandi.
Ricordiamo due eroi: “FALCONE” e “BORSELLINO”, morti rivelando e subendo la crudeltà del secondo mondo.
Il primo mondo é destinato a soccombere se non si aprono i “cassetti nascosti” e se non si comincia a far conoscere a tutti i cittadini le verità nascoste sugli intrecci voluti oppure “dovuti” che sono sempre esistiti tra questi due mondi che sembrano distanti e invece anche nel primo mondo vi sono complici da combattere.
Chi è davvero nel primo mondo deve stare attento e combattere tali complici occulti più ancora che il secondo mondo.
Ruggiero Riefolo
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